Oscar Farinetti e il Ministro Maurizio Martina a Passaggi sabato 25 giugno
[vc_separator type=”transparent” position=”center” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]Gli ultimi dieci anni della storia delle parole hanno visto l’utilizzo frequente – a volte sensato, altre meno – del termine “crisi”. Tuttavia, spesso lo si usa senza soffermarsi abbastanza sul suo significato e sulla sua etimologia. La parola crisi, come tutte le altre appartenenti alla sua radice – critica, criterio, criticare – deriva dal verbo greco krino che significa ‘distinguere’, ‘scegliere’, ‘giudicare’. Col dizionario etimologico in mano, ci si può accorgere benissimo, quindi, che il senso che oggi più solitamente si attribuisce alla crisi è, se non proprio errato, almeno incompleto. La crisi è, per sua natura, un momento di scelta: una divisione, certo, ma proficua, perché conduce a delle alternative, a delle opzioni. Di conseguenza, la sempiterna ombra di questo vocabolo, che dal 2008 circa, anno dell’ultimo tracollo dei mercati internazionali, regna sulle conversazioni di tutto il mondo sembra in realtà non appartenergli del tutto. Un non meglio precisato insieme di influssi negativi, costanti nei secoli, che per comodità – facendo torto a millenni di indagini filosofiche precise – possiamo buttare in un calderone e chiamare “pessimismo cosmico”, hanno forse condotto a sbilanciare la parola crisi in senso ostile. È ben più interessante, però, osservare chi è riuscito, nonostante il nuoto controcorrente, ad intravedere nei periodi critici l’antico significato di “opportunità” che il termine portava dentro di sé da sempre. Alcune di queste intuizioni si possono trovare in due testi che daranno certamente vita a vivaci conversazioni a Passaggi Festival riguardo la natura della crisi e il modo giusto di affrontarla. Migliorare si può, di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly ci presenta una soluzione che sembra lapalissiana, ma che probabilmente il paese ha bisogno di sentirsi ripetere: per migliorare, bisogna seguire i migliori, ascoltarli ed osservare le loro azioni. Il volume raccoglie le parole e gli interventi di quegli individui che sono stati fonte d’ispirazione per l’operato imprenditoriale di Farinetti, e che possono rappresentare un metodo efficace per ritornare a vedere la crisi come attimo in cui scegliere come agire, invece di subire le avversità.
Un’altra visione aperta verso la positività viene offerta dal libro firmato da Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, insieme a Roberto Arditti, Da Expo all’Italia. Si tratta, anche in questo caso, di un’antologia che racchiude le testimonianze di personalità che hanno contribuito, con il loro impegno e il loro lavoro culturale e materiale, alla riuscita dell’avventura Expo italiana.
Le discussioni aperte da questi due libri, dunque, puntano chiaramente ad identificare la crisi come un momento cruciale, nel senso più profondo: essa è un vero e proprio crocevia, un momento di stallo, ma non un tempo morto, sterile. Può essere, infatti, un passaggio essenziale: a saperlo esplorare, ci permette di decidere i nostri prossimi passi, ed intraprendere la strada più opportuna. Nessun luogo, più del Passaggi Festival, potrebbe essere più adatto per parlare di crocevia, strade, e passaggi essenziali verso una soluzione possibile ai momenti difficili di un paese.