Tra i Grandi Autori ospiti a Passaggi Festival c’è Antonia Klugmann, chef stellata che è stata giudice della settima edizione di Masterchef. Da Dolegna del Collio, dove è situato il suo amato ristorante “l’Argine a Vencò”, è arrivata a Fano per presentare il suo libro “Di cuore e di coraggio” (Giunti editore). Sul palco di piazza XX Settembre ha conversato con Alessandra Longo, giornalista di Repubblica e triestina come lei, e Alfredo Antonaros, scrittore e critico enogastromico.
Dopo l’incontro, abbiamo avuto occasione di scambiare qualche parola con lei.
Un interessante binomio
Lei è una chef conosciuta a livello internazionale, come si sente a partecipare ad un Festival locale?
Credo che la grande ricchezza del nostro Paese sia fatta non solo dalle grandi città ma principalmente dalle province e dai piccoli comuni che riescono a trovare una ricchezza propria nel fatto di essere piccoli. Ho un ristorante in luogo minuscolo e trovo eccezionale il fatto che oggi come oggi ciascuno di noi può prendere un aereo, arrivare ovunque nel mondo anche con un prezzo abbastanza contenuto. E sta proprio in questo binomio, nel fatto di rimanere radicati nel proprio territorio, amare le cose eccezionali che si possono trovare e al contempo, però, avere un occhio su quello che succede ovunque nel mondo, renderci moderni.
Gli impegni professionali come occasione di ricchezza
Immagino che la vita di uno chef stellato sia difficile e mantenere le stelle Michelin sembra essere una grande fatica. Qual è il suo modo di porsi di fronte a questo grande impegno, che però è anche una grossa vittoria?
È una domanda interessante perché slega il lavoro del cuoco dalla quotidianità che per tutti i cuochi rimane la stessa, quindi il fatto di entrare nella cucina, di lavorare tante ore per cercare di fare bene per il cliente. Il fatto di raggiungere certi risultati ti consente dal punto di vista delle occasioni la possibilità di viaggiare, di relazionarsi con dei colleghi che fanno delle cose interessanti, incontrare delle persone interessanti che in qualche modo alimentano la nostra creatività . Quindi io devo dire che vivo questo momento di visibilità e comunque le occasioni che mi dà il mio lavoro come una grande ricchezza, più che come un peso. Penso a tutte quelle persone che tutte queste occasioni non le hanno e devono lavorare come me . Quindi sono molto fortunata.