Presentazione gli Arcanoidi di Maicol e MircoOggi, presso il cortile di Palazzo de Pili, si è aperta la rassegna “Passaggi tra le nuvole” con il primo di tre incontri in cui vengono presentate tre graphic novels. Viviamo in un momento importante per i fumetti in forma di libro, le case editrici prestano sempre più attenzione alla pubblicazione di questo tipo di opere, una forma di espressione di cui l’editoria stessa ha bisogno. Nonostante ciò il fumetto rimane un oggetto ancora non del tutto identificato ed identificabile: si tratta, infatti, di una forma di espressione piuttosto misteriosa poiché non vi è ancora una vera e propria critica ed un’elaborazione teorica, nel tempo, pertanto si è sviluppata in moltissimi modi diversi senza che fossero codificate delle regole specifiche.

La bellezza dell’imprevedibilità 

“Gli Arcanoidi vivono su un pianeta accogliente e tranquillo. Sono un popolo pacifico. Ma non preoccupatevi: qualcosa di brutto succede sempre. Proprio come nella vita: un luogo accogliente e tranquillo dove, per fortuna, ogni tanto accade qualcosa di brutto”. Così si apre Gli Arcanoidi (la graphic novel presentata oggi pomeriggio), in modo quasi profetico: qualcosa di brutto infatti è successo alla macchina dell’autore, che ha deciso di abbandonarlo sulla strada per Fano, facendo sì che la presentazione assumesse un aspetto quasi meta-teatrale. Maicol e Mirco alla fine è arrivato e, per fortuna, l’incontro è iniziato, un po’ improvvisato e per questo ancora più bello.
L’improvvisazione, infatti, sembra essere una caratteristica del fumettista autore degli Arcanoidi che “creando un’immagine” afferma “crea anche l’immaginazioe: cosa succederà  dopo? Cosa è successo prima?”. Il libro infatti nasce nella mente di Maicol e Mirco senza una sceneggiatura e senza un soggetto, sono i personaggi (in questo caso i sei Arcanoidi) a prendere il sopravvento e ad assumere consapevolezza del loro nome: è Cervello, infatti, il protagonista, l’unico fornito di un’autocoscienza, a sobbarcarsi del peso di questa drammatica epopea (fardello che gli fa vincere la dedica dell’Autore).

La tragica comicità  degli Arcanoidi

A livello formale l’opera è al limite del libro illustrato; si tratta in realtà  di un libro a fumetti estremo perché fatto solo di didascalia: i personaggi non parlano e la grafica è piuttosto minimale. Questa in realtà  è una precisa scelta stilistica: semplificando, infatti, si lascia spazio al lettore che diventa, pertanto, parte integrante della storia.
La storia è semplice: viene raccontata la drammatica inutilità  di questi sei personaggi senza senso che vivono in un mondo a sua volta senza senso. Il disegno è vettoriale ed immobile, fatto di forme il cui font è presente già  nel titolo eppure riprodotto in modi sempre diversi, il distacco tra didascalia ed immagine è netto ed i testi sono brevi ed immediati. Eppure la profondità  è palpabile: si tratta di una storia di amore e di amicizia finiti che in un susseguirsi di drammatici eventi racconta lo struggimento, tenendo sempre in mente l’aspetto tragicomico dell’esistenza: la leggera consapevolezza dell’inutilità .

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