La nobile arte dei collage vanta origini antichissime, il termine deriva dal francese coller, incollare, e consiste nel produrre opere su differenziati supporti. Ebbe il suo momento di massimo splendore agli inizi del Novecento, con gli artisti Cubisti, i quali avevano dato lustro al collage inserendolo nel proprio linguaggio espressivo.
Attualmente molti artisti hanno proseguito su questa strada, realizzando collage fotografici. Anche Natascia Rocchi usa questo metodo per i propri lavori artistici. Interpreta l’architettura del corpo, soprattutto quello femminile, mettendolo in confronto con alcune caratteristiche della realtà sociale, come conoscere se stessi.
Sfogliando le pagine di riviste patinate della moda, apparentemente insignificanti, l’artista ritaglia e strappa immagini di rilievo visivo e concettuale, andando poi ad assemblare questi frammenti fra di loro o con fotografie, dove la stessa artista compare. Il risultato che ne deriva è molto complesso e ampio: si creano nuove figure, nuove persone o personalità , a volte surreali, a volte, divise fra immagini del passato e del presente e a volte divise fra uomo e donna, una sorta di androgino contemporaneo. Queste immagini, una volta assemblate, vengono fotografate e quindi, da separate che erano, vengono riunite in un’unica immagine visiva. Nascono, così, nuove identità , nuovi esseri, nuovi antropomorfi, corpi instabili in cerca di una propria identità . Attraverso la sua specifica capacità di saper cogliere il dettaglio di un’immagine da estrapolare dal suo contesto classico e con una spiccata sensibilità e valore estetico, la Rocchi ci porta ad una dimensione altra di noi stessi. La frammentazione delle immagini sembra alludere alla frammentazione esistenziale, portandoci a confrontarci con quella parte intima e profonda, il nostro lato oscuro che Jung amava definire ombra, una parte significativa e ben radicata dentro ognuno di
noi.
Ogni fotografia è un racconto intimo che parla del nostro rapporto con la parte più nascosta e profonda della nostra interiorità . La Rocchi porta lo spettatore a fare un viaggio emozionale alla scoperta del mondo sommerso al di sotto della coscienza, che deve essere portato alla luce, attraverso la consapevolezza delle nostre paure, insicurezze, fragilità , pensieri ed emozioni negative. Accettare tutto questo significherebbe accettare la nostra realtà , senza eliminarla, ma vivendola per non esserne dominati. L’artista crea composizioni raffinate ed eleganti, dove il dettaglio, l’immagine, lo strappo, sono lacerazioni, cicatrici, emozioni, sensazioni, stati d’animo che fanno parte dell’identità dell’uomo. Egli dovrà imparare a superarli o a conviverci, anche perché solo chi ha veramente sofferto può essere felice.
Paola Gennari
Instabili di Natascia Rocchi, informazioni utili
Mostra fotografica
Caffè Centrale, Corso G. Matteotti, 104, Fano
Periodo: dal 27 giugno al 29 luglio
Orari: tutti i giorni dalle ore 6 alle ore 24
Ingresso libero