Michele Torpedine a Passaggi Festival 2018La prima giornata della rassegna Grandi Autori di Passaggi Festival ha avuto come ospite, tra gli altri, il manager e produttore musicale Michele Torpedine, autore di “Ricomincio dai tre”, che racconta gli aneddoti e le storie del difficile mondo musicale di cui è stato, ed è ancora, vero e proprio protagonista.
Altre figure molto importanti nel panorama italiano sono state ospitate sullo stesso palco. Marino Bartoletti, giornalista sportivo e conduttore televisivo, autore di “Bar Toletti, così ho digerito facebook”, Marco Viroli, scrittore e giornalista che ha intervistato sul palco i Grandi Autori e Gianluca Ginoble, l’ospite a sorpresa della serata, il più giovane dei tre ragazzi de Il Volo. Il trio lirico deve il suo enorme successo proprio al loro produttore e manager Michele Torpedine.

Abbiamo avuto l’opportunità  di fare a Torpedine qualche domanda dopo la presentazione del suo libro.

Una nuova esperienza con Passaggi Festival

Come si è sentito ad inaugurare Passaggi Festival?
È stata una bella esperienza perché presentazioni come queste non le avevo ancora fatte, in ambienti così piccoli e molto più familiari. Mi sono sentito come se avessi fatto un concerto, perciò è stato molto bello, una bella emozione.

Una vita dedicata al mondo della musica

Oltre ad essere manager e produttore, lei è anche musicista quindi conoscerà  sicuramente molto bene il mondo della musica. Cosa pensa dell’evoluzione che sta avvenendo nell’ambiente musicale?
Sono un po’ triste di tutto questo perché negli anni passati abbiamo avuto i grandi successi, i famosi “evergreen”, mentre oggi con l’andata del rap e con il fatto che sia un po’ finita la canzone melodica, la canzone tradizionale. Ho paura che tra trent’anni le future generazioni dovranno risentire ancora brani come “Il cielo in una stanza” che avrà  duecento anni perché credo che del rap e di tutta quell’ondata lì non rimarrà  niente, per fortuna. Speriamo che finisca al più presto.

“Ricomincio dai tre”: il titolo del suo libro, sicuramente riferito al trio Il Volo. Perché “ricomincio”?
Ricomincio perché io, prima di incontrare i tre ragazzi de Il Volo, avevo perso un po’ di entusiasmo; nel libro questo si capisce. Se uno legge il libro capisce che mi ero un po’ perso, in parte perché non provavo più piacere nei rapporti umani. Con loro, invece, c’è stata una scoperta nuova, un’ondata di ossigeno nuovo, un entusiasmo nuovo: tutta un’altra cosa. Avrei potuto anche chiamarlo “Legittima difesa” questo libro, invece ho preferito ricordare un film storico di Massimo Troisi e poi dedicarlo a loro, e chi conosce Il Volo personalmente e le loro famiglie capisce il perché.

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