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‘Strani tipi questi filosofi’ alla Mediateca Montanari.

Sabato 29 giugno, Ippolita Bonci del Bene intervista il filosofo Armando Massarenti, che presenta al pubblico “Starni tipi questi filosofi” il primo di una serie di libri sulla filosofia, indirizzati a un pubblico da scuola elementare.
L’accostare i bambini alla filosofia già  da un’età  così giovane è un’idea che ha ispirato, a detta dell’autore, una sessantina di titoli, raccolti sotto il nome della collana ‘Gli inventori del pensiero’.

La curiosità  filosofica del bambino

La scuola elementare, ha cominciato Massarenti, ha il compito di gettare le basi per la buona educazione di un bambino, in un paese e un’epoca dove questa pare di massima importanza. Ciò che veramente ha spronato l’autore a cominciare la sua scrittura è la curiosità  unica dei bambini, quella curiosità  estranea al mondo adolescente ed adulto, che rende i più piccoli felici di fare scoperta. Quelle raccolte nel primo libro non sono letture letterarie, ma storie ironiche e certamente vere, comprensibili a pieno dai bambini. I filosofi comparati ai bimbi, coloro che sono felici di chiedere, scoprire, argomentare e indagare, osano dire la loro senza vergognarsi, andando contro il sistema odierno che cerca di tenere a freno il nostro pensiero libero.

“Quel rompiscatole di Socrate”

Questo l’esempio più adatto per descrivere l’approccio di Massarenti con i bambini, a cominciare con i titoli dei suoi testi. Gli strani filosofi ricordano che tutti hanno le proprie stranezze, e i più piccoli non possono che riderne e non sentirsi esclusi. Nel libro viene usato un umorismo elementare ed invitante, quello di Talete che, troppo occupato a studiare il cielo, cadde in un pozzo. I veri significati profondi nascosti dietro gli atti comici sono paradigmatici per i giovani lettori: insegnano che i filosofi hanno sempre pensato con la loro testa e argomentato le loro tesi, e lo stesso all’interno della scuola dovrebbero fare i ragazzi.

Coltivare il pensiero critico: guida per gli insegnanti

L’incontro si è concluso con una piccola dritta dedicata agli insegnanti, tra cui la stessa Ippolita e alcune colleghe presenti tra il pubblico. La filosofia, mascherata nel piacere e nel gioco, dovrebbe essere incorporata a poco a poco nelle scuole.Le domande, il pensiero critico e responsabile dovrebbe essere stimolato e se espresso dal bambino, accettato e custodito.Il pensiero di gregge trae le menti dei piccoli inesperti in inganno, ed è compito dei più grandi indirizzarli verso un modo di esprimersi e ragionare personale e critico.

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