La seconda giornata del festival si apre con l’intervento di Sergio Staino affiancato da Riccardo Nencini e Lorenzo Salvia, che presenta il libro “troppo facile dire no”.
[vc_separator type=”transparent” position=”left” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]
Il libro, commistione tra le vignette di Sergio Staino e gli scritti di Chicco Testa, nasce dalle riflessioni dei due autori intorno al referendum del 5 Dicembre. In maniera critica vengono fatti emergere i punti deboli del tentativo di riforma costituzionale e le contestuali insicurezze di un popolo annebbiato da informazioni non accurate ma di facile accesso. Con l’avvento di internet e dei social network abbiamo assistito a un fenomeno di “oscurantismo di massa”, che porta alla perdita dell’osservazione critica e  alla facile costruzioni di opinioni senza verifica.
[vc_separator type=”transparent” position=”left” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]
Protagonista delle vignette di Staino è il celebre Bobo, Â nato dalle ceneri del pensiero marxista-leninista che andava via via indebolendosi nel suo creatore. Staino opera un’autocritica non solo riguardante i propri valori ma anche rispetto al suo aspetto fisico; Bobo incarnerebbe un nuovo inizio per il vignettista libero finalmente dall’ideologia comunista che gli aveva impedito di leggere in maniera precisa e razionale la realtà .
[vc_separator type=”transparent” position=”left” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]
Il libro stimola la riflessione sui tanti ‘no’ che siamo abituati a sentire soprattutto in ambito politico. ‘No’ che, a detta del vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, derivano da forme di opposizione identificabili nel perfettismo, ovvero nella ricerca del “perfetto assoluto”, nell’ ideologia – un “no” ideologico – e nel populismo, i tanti “no” distruttivi .
L’incontro è stata una felice occasione di confronto e dibattito intorno ad idee e personaggi rilevanti della scena politica odierna. Attraverso un lavoro di autoanalisi Staino riconosce i propri errori e quelli del “suo” partito nel periodo delle”convinzioni marxiste -leniniste”, per poi passare alla critica della figura di Matteo Renzi. Nonostante Staino riconosca le indubbie doti di leadership, dell’ex premier, né sottolinea l’inadeguatezza nelle vesti di segretario di partito, accusandolo di non essere in grado di comporre le pluralità di anime che abitano lo spazio della sinistra.
Durante la conferenza, i relatori sono riusciti a coinvolgere e rendere partecipe il pubblico, intervallando l’interessante dibattito con brevi letture di alcune delle vignette più significative presenti nel libro.
Testo di: Elena Angelucci , Elisabetta Vitali