Rosaria Lo Russo Passaggi Festival

Nel Festival della Saggistica, trova spazio anche la poesia. Dalla collaborazione con la rivista Versodove è nata la rassegna “Passaggi diVersi” curata da Fabrizio Lombardo, che si tiene nella Chiesa di San Francesco. Il terzo appuntamento di questa rassegna ha visto protagonista Rosaria Lo Russo, poetessa, attrice, traduttrice e saggista che insieme a Vito Bonito e Marilena Renda, entrambi poeti, ha presentato le poesie contenute in “Crolli” e “Nel nosocomio”.

Il plurilinguismo di Rosaria

Rosaria è una poetessa importante come ha sottolineato Vito Bonito. Negli ultimi vent’anni si è mossa attraverso piani linguistici diversi, dando vita ad una voce complessa e che si rifà  al plurilinguismo dantesco. La sperimentazione nella sua opera è straordinaria: la poesia mette a rischio se stessa, tentando una morte dentro il proprio dirsi. Perché sperimentare non è creare dei giochini combinatori con la lingua, ma è rischiare giocando carte che rasentano il tragico, comico, il dicibile e l’indicibile. Commedia è uno dei sui primi libri ed in questo fa i conti con la tradizione e con il padre Dante. Confrontandolo con Crolli e Nel nosocomio, opere successive, si vede come Rosaria cambi pelle. La poetessa ha una postura nei confronti della poesia simile ad Amelia Rosselli, che affermava “Io sono una che sperimenta con la vita”.
Oltre che poetessa, Rosaria è anche traduttrice di alcune autrici come Anne Sexton e Erica Jong, molto cara a Marilena Renda.

Crolli

Crolli è uscito in varie forme: la prima volta nel 2012 a Trieste con una plaquette, all’indomani della guerra del Golfo; poi è stato ristampato nel 2017. In Crolli ci sono testi sugli sbarchi a Lampedusa ultracontemporanei con una forza drammatica, che sembrerebbero scritti in giorni come questi. La poetessa ha letto i primi testi del libro, che le sono venuti in mente uno di seguito all’altro. Quando sono nati i Crolli, qualcosa era finito e stava iniziando qualcos’altro, in particolare si stava concludendo l’epoca degli anni ’90 e di “Poema”. L’ispirazione è venuta seguendo le vicende della guerra in Iraq in televisione. Questa percezione vigliacca dell’orrore, filtrata da uno schermo, unita alle crepe in casa e alla paura del crollo hanno attivato il suo orecchio poetico. Il ritmo con cui ha voluto restituire la sua percezione è di tipo proparossitono, con accento sulla terzultima sillaba, che rende ragione alla metafora dell’arroccamento.

Nel Nosocomio

Questa opera è stata pubblicata nel 2016. Ne è uscita una piccola anteprima sulla rivista Versodove due numeri fa. Vi sono raccontate le storie di personaggi dentro case di cura immaginarie, che rappresentano l’Italia di Berlusconi e degli ultimi sviluppi. Le poesie vedono figure che emergono sul palcoscenico e raccontano la propria storia di sofferenza, dolore, morte. Rosaria ha scritto la tesi di laurea su Pirandello e l’ultima parte di Nosocomio sembra proprio rifarsi a quei personaggi in cerca d’autore. L’idea è nata dal voler riprodurre lo stile sciatto di oggi. È uno Spoon river, un ready-made, un brutto Pop che ha come stile l’abbattimento dello stile. Le emozioni più nascoste vengono rivelate, permettendo una catarsi. Il nosocomio ha la zona dei vivi, dei morti e dei mortivivi. Rosaria ha letto alcune poesie, una dedicata a Mia Martini ed una ispirata al caso di Pippa Bacca, artista che venne assassinata durante una sua performance che prevedeva di girare in autostop 11 paesi in abito da sposa.

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