A Passaggi Festival, nella giornata di mercoledì 26 giugno 2024, Piero Martin, Professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Padova, ha presentato il suo libro “Storie di errori memorabili”, edito da Laterza. Nell’ambito della rassegna “La scienza sotto le stelle” sita nella suggestiva location della ex Chiesa San Francesco, l’autore ha conversato con Graziano Leoni, Rettore dell’Università di Camerino, sponsor dell’evento stesso.
Una nuova prospettiva: l’errore
Il professor Leoni definisce sin da subito “Storie di errori memorabili” accattivante e stimolante, affermando che “una pagina tira l’altra”: di fatto, il libro in oggetto non è un canonico tomo che illustra i successi e le nuove scoperte della scienza, bensì un coinvolgente insieme di più storie che sono accomunate dalla tematica dell’errore in campo scientifico. L’originalità del libro è proprio questa: sapersi porre nella prospettiva di chi ha sbagliato e presentare la scienza che noi definiamo “esatta” come una serie di errori, più o meno clamorosi, che poi invero contribuiscono a creare il progresso. La scienza mostra chiaramente, afferma Martin, che l’errore è onnipresente ma che è anche una grande occasione di crescita: non ci sarebbe alcun progresso e alcun successo senza alcuno sbaglio.
Imparare e accettare lo sbaglio: i neutrini ‘super veloci’
Come si è chiarito, l’errore non è affatto motivo di vergogna. Gli errori sono occasione per imparare, revisionare e correggere, nonché migliorare. Secondo Karl Popper, “evitare errori è un’ideale meschino”. A supporto di questa affermazione, Martin propone come esempio una notizia diffusa dal CERN di Ginevra e successivamente smentita. Secondo alcuni studi condotti da ricercatori del Centro Europeo per la Ricerca Nucleare, infatti, sarebbero esistiti dei neutrini addirittura più veloci della luce, captati proprio sotto il Gran Sasso. Considerando che la Teoria della Relatività di Einstein afferma che non c’è nulla di più veloce della luce nel nostro Universo, questa presunta scoperta ha gettato il mondo scientifico nel caos. In realtà, a dirla tutta, si è poi compreso che questi dati erano errati. Infatti, un cavo connettore difettoso dell’apparato sperimentale aveva alterato le misure relative alle caratteristiche dei neutrini “falsamente superveloci”. Invece di insabbiare il tutto, questi dati sono stati diffusi, permettendo ad altri scienziati di maneggiarli e rifletterci. Questo dimostra chiaramente la forza della scienza, che cerca onestamente l’errore e lo ammette senza vergogna. D’altronde l’errore, e il metodo scientifico lo chiarisce, costituisce il modo di procedere della scienza.
Nascondere la fatica, vergognarsi degli errori: il mondo dei social
Piero Martin si sofferma poi a riflettere su un aspetto che ci accomuna tutti quanti e che è più vicino alla nostra sensibilità: il mondo dei social media. Se ci si fa caso, nessuno pubblicherebbe mai un suo fallimento ma, scorrendo le pagine social, scopriremmo solo successi e gioie della vita delle altre persone: è altresì spontaneo domandarsi se in questo mondo social non ci sia una punta di ipocrisia. Foto e post mostrano solo grandi successi, ma mai la fatica e gli errori del percorso che vi sono dietro. Nessun social mostra che in realtà il successo è un percorso infarcito di sbagli che non vengono mai raccontati, come se ci vergognassimo di ammetterli. Ciò che il mondo social non mostra è che in realtà l’errore è una parte integrante della vita delle persone.
Gli errori di un genio: una prospettiva che ci accomuna
L’intento di “Storie di errori memorabili” è nobilitare e raccontare ciò che si cela dietro una scoperta scientifica: non si pensi, chiarisce l’autore, che le nuove frontiere della scienza si scoprano dall’oggi al domani. Esse sono infatti il frutto di più menti che hanno sbagliato più e più volte e che dai loro errori hanno migliorato la teoria, fino a scoprire qualcosa di eccezionale. Einstein stesso sbagliò, scrivendo la Teoria della Relatività Generale in un contesto in cui l’Universo viene considerato come statico: eppure, dalla sua teoria, emerge alla fine che l’universo è in movimento e incline alla continua espansione.
Da un certo punto di vista, questo è confortante: sapere che delle menti così eccellenti e geniali come quelle dei grandi scienziati si sono concesse di fare errori e di ammetterli ci fa star bene con noi stessi, mostrandoci che lo sbaglio è intrinseco alla nostra natura di esseri umani. Inoltre, la scienza ci mostra chiaramente che l’errore è fonte di apprendimento per altri. Le teorie scientifiche sono variate più volte nel corso del tempo e, con il passare dei secoli, alcune scoperte sono state smontate, modificate o confermate proprio basandosi sulle idee e sugli errori dei predecessori. Tutti gli sforzi, gli sbagli e le fatiche degli scienziati di ogni tempo hanno contribuito alla formazione della scienza moderna che, chiariamolo, è ancora oggi in continua evoluzione.
Conoscenza di scienziato, abilità di scrittore
L’autore, su domanda del professor Leoni, si sofferma in una riflessione finale tra arte poetica e scienza, nonché sulla necessità di saper coniugare una buona capacità narrativa a un argomento di peso come è la scienza. “Storie di errori memorabili” fa questo: racconta a tutti storie di scienza, senza bisogno di conoscenze pregresse; semplifica temi complessi senza mai banalizzarli; mostra il genio nel suo momento di errore senza denigrarlo; mostra lo sbaglio come progresso. Solo abbracciando e accettando l’errore potremmo addentrarci nella rete di meraviglie e misteri che è l’universo.