A Passaggi Festival si è tenuta anche la rassegna Ad Alta voce organizzata da Rai Radio 3, coordinata da Lorenzo Pavolini e con la regia di Anna Antonelli.
Radio 3 legge romanzi da 20 anni, che è possibile riascoltare. Dall’anno scorso ha iniziato la collaborazione con Passaggi, leggendo Frankestein. Quest’anno, nella Chiesa di San Francesco, sono stati lette alcune parti di tre libri per tre sere, da giovedì a sabato. Libri di autrici femminili: “L’iguana” di Anna Maria Ortese; “Il cornetto acustico” di Leonora Carrington e “Le piccole virtù” di Natalia Ginzburg.
L’Iguanuccia Estrellita
L’iguana di Anna Maria Ortese ha inaugurato le tre serata di lettura Ad Alta Voce. Ad interpretarla l’attrice e cantante Monica Demuru. L’autrice, vissuta dal 1914 al 1998, è nata a Roma ma si è sempre spostata e mai radicata a causa del lavoro del padre, funzionario di prefettura. Vissuta in una famiglia povera con cinque fratelli, di cui ne perde due, ed una sorella, con la quale vive a Rapallo un periodo felice, il suo “autoesilio di Rapallo”. Il male e la solitudine sono tratti salienti della sua vita e anche della sua opera. Il romanzo ha una trama complessa e allegorica ed ha acquisito notorietà solo negli anni 80 quando lo ha pubblicato Adelphi, nonostante fosse già uscito nel ’65. Dietro l’iguana vediamo una creatura con caratteristiche ambigue, indifesa e sottoposta all’arbitrio maschile. Ad incontrarla il conte Aleardo, architetto, nell’isola di Ocaña che arriverà a chiederla in sposa. Monica Demuru ha concluso la lettura del romanzo con una canzone in portoghese che è un inno alle più piccole cose create da Dio, come l’iguana Estrellita, piccola stella.
Il cornetto acustico: verso un mondo surreale
Il romanzo di Leonora Carrington è stato letto dall’attrice Michela Martini nella seconda serata di letture Ad Alta Voce. La protagonista è una signora anziana, Marion, che riceve in regalo da un’amica un cornetto per origliare le conversazioni dei famigliari. Così facendo scopre che si stanno accordando per mandarla alla “Confraternita del pozzo di luce”. Quella che sembra una normale casa di riposo, si rivela un ambiente del tutto surreale che finirà per condurre il romanzo al di fuori della dimensione reale. Leonora Carrington è nata nel 1917 in Inghilterra ed ha ben presto raggiunto il fulcro dell’arte, Parigi. Lì si è fatta conoscere diventando amica di Picasso e compagna di Max Ernst, fondatore assieme a Breton del surrealismo. La guerra spezzò il loro idillio d’amore: Ernst venne bloccato dalla Gestapo e la Carrington fuggì separandosi da lui e trovandosi ad affrontare problemi psichiatrici. Ernst diventerà compagno di Peggy Guggenheim e lei di Chiki Weisz, assistente di Robert Capa, dopo essersi trasferita in Messico, luogo in cui la realtà diventa surrealtà, come dimostra l’opera di Frida Kahlo. Octavio Paz, suo grande amico, diceva di lei: “Non era una poeta ma una poesia che cammina, che sorride, che schiudendo le labbra si converte in uccello, poi in pesce, poi sparisce…”
Le piccole grandi virtù
La terza e ultima giornata di letture Ad Alta Voce ha visto protagonista i racconti di Natalia Ginzburg, letti dall’attrice Sandra Toffolatti. Questi racconti fanno parte del libro “Le piccole virtù” e ne sono stati letti due: quello che dà il titolo alla racconta e “Lui ed io”. Natalia è nata nel 1916 a Palermo ed è morta a Roma nel 1991. È stata soprattutto una narratrice di memorie. Alcuni racconti della raccolta li ha scritti in Abruzzo, dove era stato mandato in esilio il marito Leone Ginzburg fino al 1943. In quest’anno venne arrestato e morì a causa delle numerose sevizie dei tedeschi nel carcere di Regina Coeli. Natalia è una donna con un’intelligenza naïve e spesso ingenua, ma Oreste del Buono la definiva “la finta tonta più finta che abbia mai conosciuto”. Sono stati letti due testi: “Lui ed io” che è un’autobiografia sotto forma di commedia del rapporto con il secondo marito Gabriele Baldini. È la storia di tutte le differenze che lo legavano alla persona con la quale aveva scelto di convivere. In seguito è stato letto uno degli ultimi racconti, “Piccole virtù”, che dà il titolo all’opera. In realtà è un’apologia delle grandi virtù ed un saggio pedagogico per l’istruzione dei figli. Come scriveva Calvino: “In ogni pagina di questo libro c’è il modo di essere donna di Natalia Ginzburg”.
Le tre serate si sono rivelate di grande successo, grazie all’interessante scelta di opere e alle voci delle tre attrici che hanno saputo interpretarle in modo ottimale.