Domenica 30 giugno – l’ultima giornata di Passaggi vede alternarsi sul palco del Pincio tanti autori: il primo è Mauro Biani, che ha contribuito al Festival anche con la mostra “Le nostre libertà”: un ricordo, una denuncia ed un omaggio a Giulio Regeni, il ricercatore assassinato in Egitto nel 2016. La mostra sarà alla Mediateca Montanari Memo fino al 28 luglio. Durate l’evento di Passaggi fra le Nuvole, invece, Biani ci ha raccontato il suo libro “La banalità del ma” (People). L’autore ha conversato con Marino Sinibaldi (Direttore Rai Radio 3).
Mauro Biani non è un autore di graphic novels ma di vignette. Marino Sinibaldi sostiene, però, che non sia sbagliato affiancare il libro ad una graphic novel poiché è presente nel libro una storia che emerge attraverso una scansione del tempo ma anche attraverso un elemento narrativo drammatico, c’è, inoltre, un progetto di narrazione del mondo.
Il tabù del razzismo da ricostruire
Il lento scivolare verso politiche xenofobe che da anni Mauro Biani descrive nelle sue vignette sta conoscendo, in queste ore, un ulteriore momento di affermazione. Biani teme addirittura che sia stato superato il suo libro: adesso si dovrebbe passare ad un “sono razzista ma”; inizia, infatti, a sgretolarsi il tabù del razzismo. Per chi fa satira ricostruire un tabù è arduo ma, in questo caso soprattutto, essenziale. La satira non è infatti uno schieramento di parte politica ma uno schieramento morale. Continuando, infatti, a non prendersi troppo sul serio, Mauro Biani riparte dallo stupore per porre delle domande morali tentando di ricostruire il tabù.
“Le parole sono importanti”
Mauro Biani ci racconta di come sia stata attuata un’incredibile sostituzione delle parole: la propaganda sulle parole ha fatto sì che alcune come “sostituzione etnica” ed “invasione” abbiano iniziato ad essere usate impropriamente. Questo, sostiene Biani, trova un responsabile anche nel giornalismo; un certo tipo di linguaggio, infatti, porta alla criminalizzazione del mutuo soccorso e questo è un pericolo che incombe su tutte le persone. Il tema dell’immigrazione per Biani è una grandissima metafora dello stato delle cose, dello stato della democrazia. “Quando si cominciò a parlare di taxi del mare io rimasi allibito” -dice Biani – “non perché non si possa non considerare il sistema delle ong come un qualcosa di sempre ligio ed efficace ma perché si mise in discussione qualcosa di basilare: il soccorso.”
La cornice narrativa
Perché noi siamo così impermeabili alla sofferenza, allo sfruttamento, alla disuguaglianza? Ci si chiede sul palco se questo sia dovuto al fatto che il discorso xenofobo colpisce una cornice narrativa che tutti ci portiamo dentro. Spesso, infatti, Biani disegna i visi senza volti per non dare degli alibi: “Quando fai la caricatura di Salvini e Di Maio fornisci un alibi alle persone perché possono riconoscere il cattivo fuori dal sé, mentre quando si disegna qualcuno senza volto ci si può riconoscere in una battuta bella o brutta che sia.” Salvini infatti, sostiene Biani, si avvale attraverso la propaganda di cose che in realtà sono in embrione. Ma bisogna comunque considerare che la vera novità del nostro tempo è l’accoglienza di massa, l’organizzazione dell’accoglienza, mentre il razzismo è uno dei più antichi comportamenti umani. È diffusa, però, l’incapacità di diffondere ciò anzi si permette che passi il discorso che il razzismo, il respingimento, sia “anticonformista”.
Biani si definisce, inoltre, un europeista convinto ma che tipo di europeista? Questa è la domanda essenziale da porsi.
Mauro Biani si racconta
Mauro Biani alla fine si racconta. La sua carriera infatti è particolare, dopo il classico si è iscritto all’ISEF e dopo averlo portato a compimento ha fatto il Servizio civile con dei ragazzi disabili. Il Servizio l’ha fatto appassionare a quella strada e si è iscritto a Scienze della Formazione per poi diventare educatore professionale. Ma qual era la costante in questo percorso? Il disegno. Mauro Biani ha disegnato per tutti i giornali della sinistra “sono falliti tutti” dice, dimostrando per l’ennesima volta durante l’incontro uno scarso talento nell’autopromozione. Eppure, senza prendersi mai troppo sul serio, dimostra costantemente una grande serietà nel suo processo creativo: la sua fonte infatti è la notizia “ho RaiNews24 accesa 24 ore su 24”, afferma, ma non solo. Fondamentale è avere persone a cui proporre i propri lavori, leggere per documentarsi, leggere per coltivare la profondità ed anche avere un po’ di esperienza: “difficilmente un bravo vignettista è molto giovane, a meno che non sia un genio”.