Passaggi Festival, la manifestazione dedicata alla saggistica in programma dal 18 al 25 giugno a Fano, nelle Marche, chiede al governo di ripensare da subito agli orari del coprifuoco estivo.
Il dubbio: c’è un effettivo bisogno del coprifuoco in estate?
In una lettera inviata al presidente del Consiglio Draghi, al ministro della Cultura Franceschini, a quello della Salute Speranza, agli amministratori della Regione Marche e a quelli del Comune di Fano, gli organizzatori del festival chiariscono che apprezzano lo sforzo del governo di arginare il virus e che non è in discussione la pericolosità del Covid, la necessità di tutelarsi da esso o l’urgenza di vaccinarsi. Il dubbio su cui Passaggi invita alla riflessione è l’effettivo bisogno di applicare il coprifuoco in estate: “Sappiamo che tutte le ricerche internazionali scientifiche – scrivono i promotori dell’evento – indicano che il contagio all’aperto è un pericolo remoto: lo 0,1%, un caso su mille insomma. Perché, allora, costringere gli italiani a serrarsi in casa durante le calde ore estive notturne?”
Con il coprifuoco impossibile organizzare eventi culturali all’aperto
Il coprifuoco, che sia alle 22 o alle 23, impedisce di fatto l’organizzazione degli eventi culturali all’aperto che, in estate, sono ovviamente collocati in orari serali. “Sono attività – si legge nella lettera – dove si entra con la prenotazione, si indossa la mascherina, si sta seduti e distanziati, non ci sono assembramenti, le file di ingresso sono contingentate e controllate da personale preparato e formato. Perché mai non potremmo organizzare la presentazione di un libro in una piazza alle undici di sera o a mezzanotte? Quale pericolo rappresentiamo per la salute pubblica?”.
Salute e sicurezza prioritarie, ma si trovi il modo di non uccidere la cultura
“Il ministro Franceschini –si evidenzia nell’appello- aveva lasciato ben sperare con i mille posti all’aperto per fare attività culturali ma come è possibile pensare di organizzare eventi all’aperto in estate col coprifuoco alle ore 22?”. La priorità per gli organizzatori del festival resta la sicurezza e la tutela della salute pubblica: “Si prevedano pure controlli, si pretenda da chi, come noi, organizza eventi culturali il massimo rigore e la massima attenzione”, sottolinea nella missiva la direzione di Passaggi, ma si trovi il modo per non chiudere il Paese, per non soffocare l’economia, per non uccidere la cultura e “il modello italiano e mediterraneo di fruizione culturale negli spazi aperti”.