La rassegna “Fuori Passaggi Music & Social” si chiude in bellezza al Pincio di Fano, con l’ospite Camilla Boniardi, in arte Camihawke, influencer e scrittrice. Il suo primo romanzo, edito da Mondadori, si intitola “Per tutto il resto dei miei sbagli”. A presentarlo con lei, la radio speaker Ivana Stjepanovic.
Cimentarsi nella scrittura
La scrittrice, per la prima volta a Fano, è stata accolta da un pubblico molto caloroso, gran parte del quale ha già letto il suo libro. Nella realizzazione di questo romanzo d’esordio ha provato diversi sentimenti: ansia, emozione, soddisfazione e paura. Una paura declinata nella volontà di non deludere il pubblico, che sarebbe stato molto più ampio rispetto a quello di un post su Tumblr. Il timore di deludere gli altri è infatti un aspetto del carattere di Camilla, che la accompagna in vari ambiti.
Prima ancora della stesura del testo, aveva già in mente ciò che voleva raccontare e una sommaria divisione in capitoli. Ovviamente, come ogni genere di pianificazione, non è stata rispettata, però le ha permesso di affrontare l’ansia. A ciò si è aggiunta anche un’organizzazione lavorativa molto schematica, perché non le piace lavorare abbandonandosi all’ispirazione.
Mentre scriveva il suo romanzo, ha continuato a leggere i libri di altri autori e questo rischiava di bloccarla per i continui confronti. Allora l’editor le ha suggerito di riprendere a leggere solo dopo aver concluso il romanzo. Ad ispirarla sono stati maestri dell’umorismo come De Silva, che le hanno dato l’idea di raccontare una storia d’amore con picchi di dramma e un pizzico di ironia.
Un titolo tra le righe e una copertina d’autrice
Il genere romanzo le ha permesso di far emergere una parte più nascosta di sé, introspettiva e riflessiva, che non poteva trovare spazio sull’estemporaneità dei social. La copertina è coinvolgente e particolare con un intento evocativo più che didascalico. È stata realizzata dall’illustratrice Giulia Rosa, che seguiva su Instagram. Dopo averla contattata senza dirle troppi dettagli della storia, Giulia le ha mandato alcune illustrazioni ed è stato amore a prima vista con quella che poi è diventata la copertina definitiva. Per lo sfondo si sono vagliate varie opzioni: terracotta, verde e il definitivo azzurro che non è un colore amato da Camilla, ma con il quale ha fatto pace. Il titolo è stato scelto in corso d’opera. Tutti infatti le suggerivano che lo avrebbe trovato tra le righe. E così è stato, in particolare dall’ultimo capitolo.
L’importanza della comunicazione
Per Camihawke è importante parlare d’amore, non solo in una coppia ma anche tra amici e famigliari. Diventa fondamentale trovare qualcuno che utilizzi il nostro stesso codice amoroso, non per forza basato sulle parole a viso aperto ma sulla comunicazione più in generale, perché il silenzio emotivo genera sofferenza. Nel romanzo la protagonista Marta è alle prese sia con l’amore, nei panni di Dario e poi Leandro, sia con l’amicizia incarnata nella figura di Olivia.
Marta conosce Dario una sera nella Milano delle feste, ma la loro frequentazione diventerà motivo di frustrazione per Marta. In suo aiuto vi è l’incontro con Olivia che personifica quella voce interiore che ci suggerisce cosa fare, anche se poi spesso facciamo tutto il contrario. Olivia rappresenta quindi il famoso “te l’avevo detto”. È una donna diversa da Marta, più realizzata in ambito lavorativo ma con gli stessi problemi in ambito amoroso. Le due amiche hanno quindi aspetti comuni. L’autrice ritrova elementi di sé in ognuno dei suoi personaggi: le molteplici voci che aveva dentro e che voleva riportare, le ha distribuite tra i vari personaggi. Per quelli maschili ha chiesto al suo fidanzato, Aimone Romizi, se potessero essere delle voci credibili.
Venticinque anni
La protagonista del romanzo, Marta, ha venticinque anni. Questa non è considerata un’età critica, come invece lo è quella adolescenziale di cui si parla in alcuni romanzi di Silvia Avallone come “Un’amicizia” e “Acciaio”. Eppure è un’età ricca di complessità che coincide con la fine dell’università, il prendere decisioni sul futuro. Il mondo si aspetta grandi cose, perché si è adulti e si possono assumere delle responsabilità le quali nemmeno si immaginavano al liceo. Nell’ immaginario comune a venticinque anni si è realizzati, ma ora non è così e anche le facoltà che ti assicuravano un lavoro non sono più tali, c’è un senso di ansia per il futuro che si è acuito. Un periodo che ricorda quindi non spensierato, perché a volte bisogna fare i conti con l’idea di aver intrapreso un percorso che non era il più tagliato per noi. La stessa Camilla ha studiato giurisprudenza per poi dedicarsi al campo della comunicazione. Aveva delle compagne molto convinte del percorso, che desideravano diventare magistrati da quando sono nate. Lei invece aveva tantissimi interessi ed è ciò che capita alle persone “multipotenziali”, ovvero di sbagliare strada e non sapere se darsi una seconda possibilità o se è troppo tardi per farlo.
La sindrome dell’impostore
“La vita è una lunga battaglia contro la sindrome dell’impostore”.
Questo si legge nelle pagine di un libro ricco di situazioni in cui la protagonista sente di non meritarsi il successo ottenuto e che i suoi traguardi siano in realtà dovuti ad un inganno. Ne soffrono tantissime persone giovani e soprattutto femmine, che tendono a sminuirsi e ad attribuire ad altri i propri successi, vivendo nell’idea di non essere capaci e che prima o poi qualcuno smascheri questa incapacità. A Marta aiuterà tantissimo la frequentazione con Leandro, che sarà l’antidoto per le sue insicurezze e la farà rinascere. I due iniziano una frequentazione con molta lentezza e questo rispecchia la concezione d’amore dell’autrice. In un’epoca in cui tutto si basa sulla rapidità, sulla presenza di Tinder, probabilmente non si troverebbe a suo agio. La sua indole “romantica” voleva essere presente nel romanzo, con questa lentezza nella frequentazione dei due personaggi, caratterizzata da scambi di e-mail. È quindi un romanzo che vive nell’attesa dell’incontro, un po’ senza volerlo è scandito dal Covid, perché ricco di distanze nella storia d’amore.
Dario invece ha un modo di vivere l’amore diverso da Marta ed è per questo che la storia naufraga: non ha un modo sbagliato, ma diverso. Camihawke decide di non rispondere alla domanda che le chiede di dire quanto c’è di ispirato alla sua storia personale. Per lei non bisogna tracciare dei confini netti, perché così si priva il lettore di fantasia.
Marta, d’infinito e provvisorio
L’insicurezza di Marta le permette di fare delle esperienze di vita e di passare attraverso una continua messa in discussione. Tentennare si rivela salvifico: le permette di trovare un percorso più adatto a lei.
“Per tutto il resto dei miei sbagli” è un libro sulle seconde possibilità e sul riprendersi dagli sbagli. Secondo lei la serenità è dare ascolto a quelli che sono gli obiettivi personali e non agire per accontentare gli altri. Bisogna darsi del tempo per trovare qualcuno che possa apprezzare i nostri limiti, condividerli ed amarli.
Per Camihawke l’infinito è la volontà di trovare nella comunicazione la sua casa, il provvisorio è una caratteristica intrinseca di questo mondo. Basti pensare che quando ha iniziato non esisteva nemmeno Instagram.