Fabio Panetta Passaggi Festival

Prende ufficialmente il via la decima edizione di Passaggi Festival: ad inaugurare la rassegna Libri alla San Francesco è l’economista e banchiere Fabio Panetta con “Presente e futuro della moneta nell’era digitale. Le opportunità per il risparmio e lo sviluppo” edito da Ecra. L’autore ha conversato con il giornalista Federico Furbini (Corriere della Sera). L’evento è stato organizzato in collaborazione con Banca di credito Cooperativo e Banco Marchigiano.

Una perdita senza precedenti

L’incontro si è incentrato sulla politica monetaria, con un’attenzione particolare su quello che è stato il recente collasso finanziario delle criptovalute. Si tratta di un collasso finanziario senza paragoni, avvenuto in un mondo che per la maggior parte di noi scorre parallelo alla nostra quotidianità. Se consideriamo il valore di bitcoin andato perduto, superiamo il prodotto interno lordo dell’intera nazione italiana. Parliamo di una somma da capogiro. Spontaneo dunque il quesito posto da Federico Furbini: “La BCE cosa sta cercando di fare? Salvare l’Italia?” Inaspettata, invece, la risposta dell’autore: egli ha affermato con estrema schiettezza e semplicità che la BCE non si sta adoperando per salvare nessuno.
Nessuno ha bisogno di essere salvato, stiamo discutendo sulla necessità che le banche intervengano per evitare reazioni eccessive alle nuove situazioni di tasso d’interesse. Ciò è a vantaggio di tutti, evitiamo tensioni di carattere finanziario. Si tratta di un intervento volto a fare politica monetaria, non stiamo salvaguardano nessuno. La BCE sta solo attuando una politica monetaria in un’area molto complicata: sono ben 19 i mercati monetari europei”.

Le ragioni dietro gli investimenti

Ma cosa si intende veramente per criptovalute? Qual è il fattore che spinge ad investire su una moneta non fisica, non tangibile? Da qualche anno si scambiano su mercati internazionali paralleli delle attività digitali molto particolari: non sono emesse da nessuno. La criptovaluta di per sè non rappresenta nulla e non si ottiene nulla dallo scambio della stessa. Che diritti patrimoniali può dare? Assolutamente nessuno. Si tratta semplicemente di un mercato legalizzato per fare scommesse, un mercato in cui la possibilità di perder tutto non è affatto remota. C’è stato un periodo di febbre speculativa, persone comuni affascinate dal sogno di diventare ricchi velocemente. Questo fenomeno ha interessato sia le criptovalute sia quelli che vengono chiamati gli stable coin. Le criptovalute sono unità di valute, monete digitali che si creano in maniere diverse e che rappresentano mezzi di scambio non tracciabili e pagabili tramite forma digitale, senza emittente e senza corrispettivo di valore. Gli stable coin invece sono diversi, perché su carta sono sostenuti da un valore ufficialmente riconosciuto. Ad esempio l’americano Sider è un emittente di stable coin, le criptovalute invece non possono essere riconnesse a nessun emittente fisico. Lo stable coin è dunque una sorta di fondo comune e promette di garantire rimborsi: ciò non è tuttavia sempre possibile poiché gli investimenti non sono certi. Alcuni di questi stable coin in passato avevano venduto le loro quote promettendo un rimborso che potesse essere utilizzato come moneta. Ma la moneta ha una caratteristica: non deve avere rischi. Questo è stato il problema. Si è trattato e si tratta tuttora di un fenomeno esteso: in America ben il 16% dei risparmiatori ha investito in bitcoin, in Europa il 10%.

I giusti investimenti

Perché dunque questa febbre speculativa? I soldi facili piacciono a tutti, diciamocelo. Quando si inizia ad investire all’inizio di una bolla è possibile fare soldi. Ciò non può tuttavia andare avanti per sempre e quando si inverte il ciclo si genera un effetto valanga che porta questi mercati ad implodere.
Una delle maggiori problematiche è che spesso i risparmiatori non hanno conoscenze finanziare approfondite e così gli investimenti in criptovalute e simili diventano veri e propri fenomeni con margini di irrazionalità. Si deve investire in conoscenze finanziarie, ma non è un lavoro facile. Si deve partire dalle scuole, dobbiamo investire in educazione prima di tutto.

Il futuro della moneta digitale

Ma alla fine dei conti, cosa rimarrà di tutto questo mondo digitale? Si tratta solamente di robaccia? Quali sono le vere ripercussioni della pesante caduta di valore della moneta digitale? È un dato di fatto che dopo la caduta dei prezzi dei giorni scorsi i valori si siano molto ridotti, tuttavia non si ha avuto grande effetto sul mondo finanziario per ora. Due i motivi fondamentali: il primo è che il settore finanziario ufficiale è ancora scarsamente coinvolto in questa attività, il secondo è che queste stable coin non finanziano l’economia reale. Si tratta di speculazioni pure, scommesse pure. Si sono persi soldi, ma la contaminazione verso il settore finanziario e l’economia reale è stata contenuta. Panetta ha poi affermato che nonostante tutto probabilmente qualcosa rimarrà, difficile però capire cosa.
Dietro alle criptovalute si cela l’utilizzo di una nuova tecnologia: DLT, distributed Ledger Technology.
Si tratta di una tecnologia inizialmente introdotta per sfiducia verso l’autorità centrale, una nuovissima modalità crittografica di registrare le transazioni. Con questa tecnologia è possibile consentire a tutti di risalire all’origine di un prodotto, capire se esso sia contraffatto o meno. Beninteso, parliamo comunque di una tecnologia che difficilmente può soppiantare i registri centrali. Si tratterebbe di miliardi e miliardi di transazioni, un numero che queste tecnologie ancora non sono in grado di sostenere.

Insomma, Fabio Panetta definisce “unstable coin” quelli che normalmente noi chiamiamo “stable coin” e ci ragguaglia sul rischio che corriamo: le monete digitali potrebbe arrivare a rimpiazzare il contante.

“La moneta potrebbe diventare uno strumento marginale e ciò non deve accadere. Non esiste uno stato che non abbia una moneta, essa è un diritto dei cittadini. Non è pensabile uno stato moderno che non abbia questo simbolo di potere e credibilità: la moneta

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