Guido Scorza Passaggi Festival 2022

Si è aperta ieri, lunedì 20 giugno, la nuova rassegna di Passaggi Festival Futuropresente – Rassegna sulle nuove tecnologie, presso il Chiostro delle Benedettine. Guido Scorza, avvocato, professore e componente del Garante della privacy, ha presentato il suo libro “Intelligenza artificiale. L’impatto sulle nostre vite, diritti e libertà” (Mondadori Università), scritto con Alessandro Longo. L’autore ha conversato con Fiamma Goretti, responsabile della comunicazione di Change.org Italia, e Paolo Dello Vicario, esperto di performance marketing e intelligenza artificiale, fondatore di ByTek.

L’intelligenza artificiale, un problema di oggi

Il dibattito sull’intelligenza artificiale è esclusivamente rivolto al futuro, senza la consapevolezza che si tratta di un problema estremamente attuale, da affrontare nel presente. Il 51% delle democrazie avanzate utilizza tecnologie AI (artificial intelligence) a scopo di sorveglianza, ma i cittadini non sembrano essere realmente consapevoli dell’uso che i governi e le aziende private fanno dei loro dati.
Secondo Guido Scorza, l’applicazione di queste tecnologie è così diffusa e accettata dalla popolazione, perché tendiamo a pensare che tutto ciò che è tecnologicamente possibile sia anche giuridicamente legittimo. Confidiamo nel principio secondo cui il fine giustifica i mezzi, dimenticando che la tecnologia consente risultati straordinari, ma spesso porta con sé un ingente costo nell’ambito dei diritti e delle libertà.

COMPAS e la giustizia predittiva

Sono numerosi gli ambiti di applicazione delle tecnologie AI, tra questi c’è quello della giustizia. Negli Stati Uniti, i giudici, quando devono decidere se in attesa della sentenza definitiva l’imputato debba essere sottoposto a custodia cautelare, interrogano COMPAS (Correctional Offender Management Profiling for Alternative Sanctions), un algoritmo che calcola la probabilità di recidiva del soggetto.
La testata ProPublica ha confrontato i risultati dell’applicazione del sistema e ha individuato in esso un bias algoritmico: secondo COMPAS gli afroamericani tornano a delinquere il 50% di volte in più rispetto ai bianchi, affermazione del tutto infondata. Nonostante ciò, la Corte Suprema americana ha riconosciuto come legittimo tale sistema, affermando che è comunque il giudice a prendere la decisione finale.
Sempre in ambito giudiziario sono utilizzati anche algoritmi in grado di prevedere luogo e tempo della commissione di reati.

I signori degli algoritmi

Guido Scorza e Paolo Dello Vicario invitano il pubblico a riflettere sulla forza dei “signori degli algoritmi”, le Big Tech come Google, Apple, Facebook e Amazon. Si tratta di aziende che hanno costruito i loro imperi sui dati personali dei loro utenti. Il loro obiettivo è conoscerci nella maniera più profonda possibile, arrivare a comprendere, persino prima di noi, quali saranno le nostre scelte. Tutto ciò grazie ai dati che in continuazione, senza nemmeno farci caso, mettiamo nella loro disponibilità in cambio di servizi gratuiti (che così gratuiti non sono). Sembriamo non renderci conto del pericolo che stiamo correndo: le aziende Big Tech stanno esponendo la nostra libertà a un rischio enorme, in ogni ambito della nostra esistenza.

La normativa europea sulla privacy

L’embrione della regolamentazione dell’applicazione dell’intelligenza artificiale da parte di corti e governi è rappresentato dalla disciplina europea sulla privacy, sulla protezione dei dati personali. Il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati, dispone che deve essere garantito a ogni soggetto il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata esclusivamente sul trattamento automatizzato dei propri dati che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida sulla sua persona in modo significativo. Inoltre, l’interessato deve avere la possibilità di rivolgersi ad un giudice in carne ed ossa affinché sia da lui valutata la legittimità dell’esito del processo automatizzato.

Come tutelare i nostri diritti?

L’attuale disciplina europea non è però sufficiente. Guido Scorza sostiene che sia necessaria una regolamentazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale a livello internazionale. Inoltre, è assolutamente necessario un progetto di educazione del cittadino alle tecnologie AI, informando in modo chiaro sui potenziali rischi a cui la loro applicazione espone i nostri diritti. Secondo l’autore, è un errore non aver inserito tale voce tra i punti del PNRR. Anche Paolo Dello Vicario riconosce l’urgenza di un intervento politico sul tema. Non devono essere messe in dubbio le straordinarie opportunità che l’intelligenza artificiale offre, ma non può essere compiuto l’errore di non regolare e governare queste tecnologie.

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