Francesco Guccini Passaggi Festival

Si conclude la rassegna Libri in piazza della decima edizione di Passaggi Festival. Ospite di oggi è stato Francesco Guccini con “Tre cene”, edito da Giunti. L’autore ha conversato con Marino Sinibaldi, giornalista e Presidente Centro per il libro e la Lettura. Francesco Guccini ha inoltre ricevuto il premio speciale della decima edizione, conferitogli dal sindaco Massimo Seri.

Il Guccini scrittore

Stasera brindiamo alla carriera di un musicista che accompagnato intere generazioni e la vita di un paese
Queste le parole di apertura dell’incontro. Francesco Guccini è stato, ed è tutt’ora, un personaggio che ha sempre avuto rapporto con la vita di questo paese. Una doppia carriera: una musicale ed una letteraria. La sua voce continua e non si ferma. Il Guccini scrittore è qualcosa di molto coerente, rimangono invariate la passione per le storie e per le parole, quelle giuste e belle. La volontà di tramandare storie è nata dall’aver ascoltato tantissime storie, si è creata un’oralità che si sente leggendo Francesco Guccini.

Le tre storie

Tre cene” racconta di tre pasti, il cui ultimo in realtà è un pranzo. È la narrazione appassionata ed appassionante di storie e persone. Il primo racconto si ambienta negli anni trenta, prima del sopraggiungere della guerra, un mondo passato che l’autore ha voluto riportare in luce. Nella seconda storia invece ha luogo un ritorno molto triste e silenzioso: il protagonista torna nel posto della prima narrazione dove ormai non c’è più nessuno. Il terzo racconto è moderno, la società ormai è completamente cambiata e sono diversi i luoghi, per non parlare delle persone. Diverse le cene ed i personaggi, ma il punto comune tra le storie è sempre lo stesso: il rispetto e l’amore per le persone della storia.

Il cibo che unisce

Ma perché scegliere il cibo per narrare le storie di queste persone e dei loro luoghi? Francesco Guccini ci ha confessato come il primo racconto abbia tirato dietro gli altri due ed il cibo rappresenta una forte modalità di unione. Mangiare insieme vuol dire stare insieme, dialogare e conoscersi. Dall’inizio della storia dell’umanità il cibo ha sempre rappresentato uno strumento di fortissima unione. Il primo racconto è una cena di povera gente, poveri giovani di cui Francesco Guccini si è inventato la vita. I protagonisti partono in una notte d’inverno, pochi giorni prima di Natale, con la neve che li accompagna. Soldi non ne hanno, ma grazie all’ospitalità dei paesani che conoscono si riuniscono in questa osteria per cenare e bevono moltissimo. Cantano, ballano, cadono e si concedono a donne di facili amori. Vagano tutta la notte cercando di tornare a casa, ma alle prime luci incerte dell’alba anziché essere dentro il loro paese si ritrovano nello stesso luogo dove avevano mangiato. L’atmosfera di questo primo racconto è allegra, conviviale. Protagonista è gente di campagna, abituata a stare insieme. Nell’ultimo racconto i giovani sono estremamente diversi: ragazzi che vengono dalla città, di nazionalità diverse. Uno è svizzero, uno tedesco e così dicendo. Non esiste più la società montanara, si è frantumata ormai. Le case dove i giovani cenano non sono nulla di più che secondo case, tutti vivono in città e le campagne sono abbandonate, dimenticate a se stesse. L’atmosfera non è più giocosa e gioiosa.

Grandissima è l’attenzione che Francesco Guccini nutre per le parole: ne ha sempre ricercate molte, e sia nelle sue storie che nei suoi racconti esse diventano un modo per segnare il mondo. Chi afferma che l’autore abbia dato vita a più libri che dischi si sbaglia grandemente. Ciascuna delle canzoni di Francesco Guccini è la narrazione di una storia e tutte sono accomunate dal filo comune della passione. La passione per le storie, per gli uomini, per le parole e per la vita che viviamo.

CONDIVIDI!