Effettofestival 2022, settima edizione della ricerca dedicata ai festival di approfondimento culturale italiani, ha indagato per la prima volta i consumi culturali dei partecipanti, con particolare attenzione al tema della lettura e all’acquisto di libri. La ricerca, promossa da Intesa Sanpaolo, è stata diretta da Giulia Cogoli e Guido Guerzoni, con la collaborazione delle ricercatrici Margherita Bocchi, Claudia Campanella, Lisa Giovannitti e Flaminia Iacobucci.
Effettofestival 2022: l’indagine, fra consumi culturali dei pubblici e volontariato festivaliero
L’analisi di Effettofestival ha coinvolto 9 festival italiani (Dialoghi di Pistoia, Procida racconta, Passaggi Festival, Capalbio Libri, Festival della Mente, Festivaletteratura, pordenonelegge, festivalfilosofia, BookCity Milano) ed è suddivisa in due parti: la prima, legata ai consumi culturali dei pubblici e al loro rapporto con i festival, ha previsto la somministrazione di un primo questionario, a cui hanno risposto 2.847 partecipanti, mentre la seconda ha indagato il fenomeno del volontariato festivaliero, attraverso la predisposizione di un secondo questionario, a cui hanno risposto 841 volontari, e la realizzazione di 4 focus group sul tema.
Tra le principali evidenze dell’indagine Effettofestival sul pubblico spiccano i seguenti elementi:
● I pubblici che frequentano i festival appartengono in media a fasce d’età più avanzate di coloro che seguono altri eventi (oltre la metà dei rispondenti ha tra i 50 e i 70 anni), con una netta prevalenza del genere femminile e titoli di studio più elevati delle medie nazionali
ed europee.
● Tra i frequentatori dei festival la maggior parte si considera un consumatore culturale e
presta tempo e attenzione a diverse attività, quali: la lettura di libri (prediligendo ancora il formato cartaceo), gli eventi dal vivo (conferenze, spettacoli, proiezioni, etc.), l’approfondimento attraverso l’utilizzo di fonti web (trascorrendo in media online 2,5h al giorno) e la lettura di quotidiani e riviste (spesso in formato digitale).
● I pubblici si rivelano particolarmente fedeli e affezionati (oltre l’80% ha partecipato allo stesso festival altre volte), e percepiscono la manifestazione come un evento sociale da condividere con amici e parenti (più del 70%).
● I festival attirano i pubblici grazie alla possibilità di approfondire la conoscenza di temi conosciuti e approcciare argomenti nuovi e stimolanti. Inoltre, influenzano gli interessi personali e professionali (99%) e stimolano la lettura (94%), in particolare di saggi.
Il ciclo di vita dei festival di approfondimento culturale, fra luci e ombre
I risultati della ricerca Effettofestival 2022 gettano sia luci che ombre su un formato di innegabile successo, che evidenzia alcuni problemi legati all’attuale fase del suo ciclo di vita. Da un lato i festival – dopo il doloroso blackout causato dalla pandemia – hanno ripreso con grande brio le proprie attività, con un numero crescente di partecipanti e palinsesti digitali sempre più innovativi e attraenti. Il pubblico continua ad acquistare molti libri e dichiara di voler approfondire le tematiche dei relatori attraverso la lettura.
Ma i festival di approfondimento culturale, come la lettura di libri e quotidiani, la televisione, alcuni social come Facebook, rimangono solidamente ancorati a un mondo di consumi culturali tipico di boomer e pensionati colti, bene educati e relativamente benestanti: un universo piuttosto piccolo, che registra una progressiva femminilizzazione ma che non cresce più, come è confermato dalla bassa percentuale di coloro che seguono in presenza più di un festival all’anno, oltre al proprio «preferito».
Il pubblico di giovani e giovanissimi registra percentuali modeste, per diverse ragioni tra cui, in primis, il fatto che i relatori invitati siano in larghissima misura maschi ultrasessantenni e, conseguentemente, gli argomenti trattati risultano parimenti “tradizionali”: la presenza di relatori under 30 è rarissima, e di donne della medesima età ancor più sporadica, mentre in parallelo si stanno affermando festival indipendenti di minuscole dimensioni, dedicati esclusivamente a temi e target under 35.
Inoltre, è bene tener presente che Gen Z e Gen Alpha ignorano la carta, la televisione e i quotidiani, informandosi da voci coetanee o su altre piattaforme.
Se i festival non si rinnoveranno, ripensando formati e palinsesti, perderanno rapidamente e in modo definitivo il rapporto con questi segmenti di pubblico giovanile.
Effettofestival e l’indagine sui volontari: cosa emerge?
Tra le principali evidenze dell’indagine sui volontari emergono invece:
● Una maggior presenza di under 25 e donne, in gran parte studenti;
● Una abitudine consolidata a leggere almeno 2 libri l’anno (88%), preferendo il formato
cartaceo e l’acquisto in librerie generaliste;
● I volontari trascorrono molto tempo su internet, in particolare sui social che, tuttavia, non
rappresentano il canale prescelto per gli approfondimenti culturali, per i quali preferiscono
esperienze di viaggio o dal vivo e la lettura di libri;
● La principale motivazione che spinge i giovani a partecipare come volontari è la possibilità
di svolgere un’attività di natura sociale “per gli altri” e di valorizzare il proprio territorio;
● Non è emersa una correlazione diretta tra la partecipazione al singolo festival e le scelte professionali e formative dei giovani volontari, nonostante questo rappresenti comunque
l’occasione per mettere alla prova le loro soft skills, come la capacità di lavorare in team;
● La maggioranza dei volontari riconosce alla cultura un valore centrale, quale fonte di
benessere e strumento utile per la costruzione della propria carriera professionale.
Gli elementi tratti dall’indagine Effettofestival 2022 evidenziano come il coinvolgimento dei giovani sia uno strumento potente e stimolante.
I festival possono e devono coltivare il rapporto con le nuove generazioni per avvicinare i ragazzi a quella che spesso è la prima esperienza lavorativa, per sensibilizzarli al valore del volontariato e celebrando momenti di “orgoglio cittadino” di cui i volontari sono l’emanazione più evidente.
Inoltre, è emerso chiaramente dalla ricerca che la partecipazione al festival completa e arricchisce il processo formativo scolastico (molti docenti partecipano assieme ai propri studenti), offrendo una “visualizzazione” molto chiara e forte del fare cultura, con esempi che influenzano e portano al diretto coinvolgimento.
Possiamo dire, pertanto, che questa esperienza può cambiare quello che si potrebbe definire l’immaginario culturale della nuova generazione, che, è bene ricordarlo, è digital native. La partecipazione a eventi culturali fondati sull’approfondimento e sulla condivisione costituisce un valore fondamentale per il loro futuro: i festival che coinvolgono giovani volontari possono influenzare generazioni, cui viene spiegato, attraverso esempi concreti, partecipati ed allegri, il senso di cosa significhi fare e condividere cultura: il senso vitale di un elemento fondante della vita umana, che spesso deve competere con il mondo digitale, sempre più ossessivamente presente nelle loro vite. In questo senso, le opportunità relazionali offerte dal festival risultano fondamentali.
Il futuro dei festival di approfondimento culturale: la necessità di incentivare la partecipazione giovanile
Il profilo e le motivazioni dei volontari restituiti dalla ricerca Effettofestival 2022, non ci consentono solo di meglio comprendere il significato e il successo della partecipazione giovanile a questi eventi culturali, ma ci spingono ad assumere atteggiamenti relazionali e a promuovere politiche formative sintoniche con le caratteristiche più profonde delle nuove generazioni.
La fotografia che la ricerca ci restituisce è la vivida rappresentazione di adolescenti e giovani adulti che ricercano esperienze di crescita e di sviluppo delle proprie competenze, in linea con il funzionamento psichico, affettivo e relazionale generazionale e con le caratteristiche della società che gli adulti hanno allestito.
La promozione di consumi culturali da parte degli adulti non può prescindere dall’incontro con i giovani odierni e dalla conoscenza di come stanno immaginando il futuro, in un clima culturale più propenso a erodere e a fare detonare il presente che a lasciare eredità, in una quotidianità dove si cresce “onlife” e la vita è ibrida. Per promuovere cultura dobbiamo quindi intercettare la cultura affettiva generazionale e questa ricerca ci fornisce indicazioni essenziali. Famiglia, scuola, istituzioni politiche e governative dovrebbero coglierne i punti cardinali e orientarsi di conseguenza.