Al Bastione Sangallo, per la rassegna “Passaggi di Benessere (Mente Corpo Anima)”, Antonella Viola, immunologa divenuta celebre in virtù del suo ruolo nella lotta al Covid-19, introduce il pubblico ai ritmi circadiani, con il suo ultimo libro, “Il tempo del corpo. Il sole, il sonno e il ritmo della vita“, edito da Feltrinelli). Conversa con Chiara Grottoli, autrice di recensioni letterarie per il blog “Il Cappuccino delle Cinque”.
Cosa sono i ritmi circadiani?
Lo scopo di “Il tempo del corpo. Il sole, il sonno e il ritmo della vita“ è introdurre i lettori al concetto di ritmi circadiani, cosicché ognuno possa capire l’importanza di tali meccanismi nella vita umana. Possono essere definite come ritmi circadiani determinate oscillazioni delle funzioni del corpo che avvengono ogni giorno nell’arco delle 24 ore. Da sempre, infatti, l’alternanza di luce e buio è stata alla base della vita sulla Terra e dunque ogni essere vivente, compreso l’uomo, si è dovuto adattare, sviluppando un proprio “ritmo” naturale.
Un esempio di ritmo circadiano
Può essere considerato un esempio di ritmo circadiano il processo di produzione della melatonina, che ci induce al sonno; nelle retine dei nostri occhi sono presenti dei recettori sensibili alle radiazioni luminose, che inviano i segnali ricevuti all’area del cervello in cui risiede il nostro orologio biologico principale, il cosiddetto “Master Clock”. Dopo il tramonto (in mancanza di altre fonti di radiazioni luminose), le retine smettono di trasmettere tali segnali al cervello; viene dunque innescato il processo che porta alla produzione della melatonina, che raggiunge il suo apice durante la notte e viene poi bilanciata dalla produzione di un altro ormone, il cortisolo, che ha effetto opposto.
La scoperta dei ritmi circadiani
Il processo che ha portato alla scoperta e alla definizione scientifica dei ritmi circadiani è stato sicuramente lungo, ma, nonostante ciò, fin dall’antichità l’essere umano ha compreso l’esistenza di una ciclicità giornaliera nella vita degli esseri viventi. La ricerca scientifica ha cominciato a formulare delle prime tesi in merito grazie all’osservazione delle piante. Tuttavia, la vera svolta è dovuta ad un moscerino: modificando, un suo gene, infatti, i ricercatori hanno notato che i ritmi naturali dell’animale venivano totalmente stravolti.
Gli ultimi risvolti della ricerca
Solo in seguito si è passati agli studi condotti direttamente sugli esseri umani e, nel 2017, i tempi erano ormai maturi per l’assegnazione del Premio Nobel per la medicina per la scoperta dei ritmi circadiani. Negli ultimi anni, il punto focale della ricerca si è spostato sulle differenze di questi meccanismi tra uomini e donne; un prestigioso studio pubblicato un paio di anni fa dimostra che gli individui di sesso femminile sono dotati di ritmi più rapidi.
Allodola o gufo?
La manifestazione del ritmo circadiano di ognuno di noi si definisce cronotipo. Tale caratteristica varia da persona a persona, Le denominazioni date alle due principali categorie di persone in base al cronotipo derivano dal mondo animale: coloro i quali tendono ad essere mattinieri e molto attivi fin da subito vengono definiti “allodole”; al contrario, chi tende ad essere nottambulo, viene identificato come un “gufo”.
Il cronotipo in base alle fasce di età
Tuttavia, il cronotipo varia anche in base alle diverse fasce d’età. Ad esempio, tendenzialmente, bambini e adolescenti hanno un cronotipo più ritardato rispetto agli adulti. Esistono, inoltre, anche notevoli differenze dettate dal sesso di un individuo. Generalmente, infatti, le donne sono più soggette all’insonnia. Tale disparità si acuisce in determinati momenti della vita, come l’adolescenza, la gravidanza o la menopausa.
L’importanza del sonno
Per comprendere l’importanza del sonno, basti comprendere che, in media, un essere umano trascorre il 36% della sua esistenza dormendo. Nonostante ciò, il sonno rappresenta, in natura, un ostacolo al raggiungimento dello scopo biologico della vita: la riproduzione. Dunque, a fronte di un notevole costo evolutivo, dormire deve necessariamente arrecare enormi benefici. Innanzitutto, durante il sonno, il cervello è in grado di liberarsi delle numerose molecole dannose accumulatesi durante la giornata. Inoltre, il nostro cervello e il nostro sistema immunitario sono in grado di sviluppare una propria memoria solo mentre ci riposiamo. Non solo, dormire aiuta anche a gestire meglio le emozioni.
Il ritmo del dolore
Persino il dolore fisico ha un proprio ritmo. Ad esempio, tutte le patologie di origine infiammatoria tendono a manifestarsi nella prima parte della giornata, in quanto determinate da alcune molecole la cui concentrazione raggiunge il suo apice durante la notte e le prime ore del mattino. Al contrario, esistono anche molecole naturalmente prodotte dal nostro organismo che hanno un effetto antidolorifico, simile a quello degli oppioidi. Proprio per questa ragione, vengono definite “oppioidi endogeni”
Stiamo vivendo assecondando i nostri ritmi circadiani?
La desincronizzazione dei nostri naturali ritmi circadiani può dipendere da vari fattori. Ad esempio, l’esposizione a determinate fonti luminose (e, in particolare, agli schermi di computer e telefoni) a meno di due o tre ore dal sonno, ritarda la produzione di melatonina. Un altro importante fattore che contribuisce alla desincronizzazione dei ritmi circadiani è l’alimentazione: mangiare molto tardi mantiene in attività il nostro apparato digerente per un lasso di tempo maggiore. Un ragionamento analogo è valido per l’attività fisica che si prolunga oltre la soglia del periodo di attività diurna del nostro organismo. Secondo l’autrice, dunque, sarebbe necessario rimettere al centro delle nostre vite il benessere, in modo tale da preservare i nostri naturali ritmi circadiani.