La vincitrice del Premio Fuori Passaggi 2022 è Carlotta Vagnoli, ospite della rassegna Fuori Passaggi Music & Social al Pincio. L’autrice, che ha lavorato prima come sex columnist e in seguito come attivista sui social e sui giornali, presenta il libro “Memoria delle mie puttane allegre”, edito da Marsilio, in compagnia di Lorenzo Pavolini, scrittore e critico letterario. Alla cerimonia di premiazione è presente anche Samuele Mascarin, Assessore all’Istruzione e alle Biblioteche del Comune di Fano.

Il confronto con un classico: il paragone tra Marina di Castagneto e l’immaginaria Macondo

Questo libro, come spiega Carlotta si fonda sulla lettura e sul confronto con un grande classico, “Cent’anni di solitudine” . In un’intervista a Rai Radio Tre al programma di Chiara Valerio, “L’isola deserta”, Carlotta spiega che la scelta di fondare il suo libro attraverso il confronto con “Cent’anni di solitudine” è dovuta alla familiarità e alla geografia del luogo. Infatti Marina di Castagneto Carducci, paese situato in Toscana nella bassa Maremma, si rispecchia esattamente in Macondo, luogo immaginario del romanzo di Gabriel Garcia Marquez, immerso nella foresta colombiana. Entrambi i posti godono di un’abbondante presenza della natura. A Marina di Castagneto sono presenti così tanti prodotti a chilometro zero che è difficile uscire dal territorio. La città approfitta di un vero boom economico della zona maremmana e si apre il cosiddetto flusso di turismo, che conduce a numerosi cicli di apertura e chiusura. Inoltre c’è un ponte che collega il posto all’Aurelia. Macondo, però, una volta raggiunto il massimo splendore, decade a causa dell’isolamento e del poco turismo, mentre Marina di Castagneto sopravvive grazie al turismo. Carlotta con questo libro vuole rileggere i valori e i ruoli femminili e rovesciare gli stereotipi femminili. Si intravede anche un parallelismo tra letteratura e vita.

Le donne non devono essere individuate da stereotipi

Analizzando il romanzo di Garcia Marquez, le figure femminili sembrano far storcere il naso. Esse risultano snobbate e problematiche, colpite dai vizi, piccole, ottuse e prigioniere di un’invisibilità patriarcale. Certi stereotipi del potere femminile sono da rovesciare. Le donne fatte di carne vengono paragonate alle donne di carta. Risulta molto spiacevole vedere che alle donne vengano attribuiti stereotipi che non competono a loro, compresi quelli maschili, mentre i maschi sono giudicati sempre come grandi condottieri. Carlotta Vagnoli prova antipatia verso le donne da stereotipi, mentre prova interesse per le caratteristiche declinate e le debolezze delle donne. Le protagoniste di “Cent’anni di solitudine” sono complete, finalmente senza stereotipo.

“Se sei donna e hai delle capacità maschili, non deve importare”.

Piccole differenze ma stesso valore tra le donne maremmane e quelle di “Cent’anni di solitudine”

Il modello delle donne di quel libro deve essere trasferito al piano terreno, ovvero alle donne conosciute da lei. Morena, proprietaria di un ristorante a Marina, tiene vivo il turismo lì, chiamando spesso i turisti anche d’inverno, con il suo modo burbero, aspro, respingente, maremmano, usato per sopperire alle caratteristiche maschili. Lei rispecchia molto la matrona Ursula del libro di Garcia Marquez, in grado di riportare il peso della famiglia, anche se da sola. Con la figura di Gabri viene ribaltato anche il concetto di cura, un aspetto imposto al genere femminile. Ma a differenza di Pilar Ternera, altra protagonista di “Cent’anni di solitudine” e simbolo della fertilità, lei cura la connessione tra corpo e mente, in particolare degli uomini della dinastia Buendia, prede dei loro stessi istinti e capaci di pensare solo a se stessi. Si ha un ritorno alla terra simbolico e romantico.

La bellezza e la vanità, forme di isolamento e di autolesione

La figura di nonna Iselda, che rispecchia quella di Remedios del romanzo di Garcia Marquez, mostra che la bellezza diventa un meccanismo di isolamento dalla comunità. La vanità, che sembra un modo di resistenza, diviene la più grande forma di autolesionismo. La leggerezza è la massima forma di libertà e di evasione. Il più grande esorcista, padre Amorth, ritiene che le donne sono preferite dal demonio e soggette a essere possedute perché sono curiose. Esse tendono ad avere abiti succinti e a curare la persona. La vanità è il peccato originale della donna. Le donne sono superstiziose e poco acculturate. Le donne non aderenti allo stereotipo non sono riconoscibili nella società.

Il dialogo e il litigio, medicine per evitare la solitudine

La tristezza e l’allegria delle persone dipendono dalla possibilità che viene data a loro di parlare. Infatti spesso nascono problemi di natura sociale. Instagram propone solo contenuti ideali. Ma il mondo è fatto di bozze diverse. Per questo è necessaria la cooperazione tra i generi e tra i popoli. Il limite non apre al dialogo e al confronto. La cultura invece si fonda sulla curiosità, sullo scontro, sul confronto e sul dibattito. Rimanere chiusi nei propri ideali porta alla solitudine. In questo mondo nessuno di noi ha ragione.

“La più grande salvezza per noi sta nella possibilità di litigare”.

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