Daniele Aristarco è drammaturgo e regista teatrale, si occupa inoltre di laboratori di scrittura creativa per l’infanzia. I suoi libri per ragazzi, divenuti bestseller, hanno conseguito particolare risonanza in Italia ed in Francia. A Passaggi Festival, in occasione della rassegna “Chiedersi perché. Libri filosofici per bambine e bambini”, l’autore ha parlato del suo ultimo libro “Perché ci ostiniamo a leggere (e far leggere) i classici” (Einaudi Ragazzi).

Il principio del libro

Contattato dalla redazione di Robinson, inserto de La Repubblica, per scrivere un articolo sull’approccio dei giovani ai classici, Aristarco racconta l’esperienza da docente quindi da formatore sulle tecniche per “far studiare” i classici, anche se sarebbe più giusto parlare di stratagemmi su come “far scoprire e quindi far innamorare” i ragazzi dei classici. In molti lo ricontattano, dopo quest’articolo, soprattutto docenti di elementari e medie ma anche genitori, per chiedere approfondimenti e ulteriori consigli. Così è nato questo libro. Dialoga con Aristarco Ippolita Bonci del Bene (esperta in pratiche di filosofia con i bambini).

Cooperazione e stimolo

Quando Ippolita chiede quali siano i classici che possano avvicinare i ragazzi al mondo della lettura Aristarco chiarisce che non esiste una “lista” o una “top ten” di libri che magicamente fanno in modo che i ragazzi si innamorino dei libri. È un processo graduale che coinvolge tanto gli aspiranti lettori quanto i docenti o i genitori. È necessaria cooperazione prima di tutto, buona volontà e intraprendenza. Costringere alla lettura non è la soluzione così come non porta a risultati l’aspettare che i ragazzi si interessino per conto proprio ai libri. Occorre incuriosire, stimolare la volontà di leggere, accompagnare i giovani per mano sino all’imbocco del sentiero della lettura. L’importante è ricordare che ognuno è diverso dall’altro, ognuno trova il suo momento per approcciare il mondo della letteratura quando se ne sente più pronto.

Nuovi gusti, nuovi generi letterari

È dunque fondamentale invogliare a leggere, a prescindere da che cosa si legga, soltanto in questa maniera i ragazzi possono comprendere la moltitudine di emozioni che la lettura è in grado di suscitare. Per Aristarco è inoltre sostanziale chiedere ai ragazzi cos’è un classico secondo loro. Quando l’autore ha posto questa domanda, in uno dei suoi interventi, ad una classe di una scuola media, c’è stato grande riscontro da parte dei ragazzi. In particolare sono risultati molto gradite le graphic novel (romanzo a fumetti) ed i manga (fumetti giapponesi), segno del fatto che non è vero, come alcuni sostengono, che “i giovani non leggono”, leggono eccome invece, semplicemente leggono ciò che più si confà ad i loro gusti. Sarebbe inoltre sensato modificare i nostri “canoni di lettura” inserendovi anche questi generi letterari che le nuove generazioni apprezzano tanto.

Tempo al tempo

È solo il tempo e la passione verso la lettura che permette ai ragazzi di avvicinarsi ai classici, il lavoro dell’adulto, dunque, è principalmente quello di creare un innesco in questo processo ed essere pronto, ovviamente, a sostenere in ogni momento il giovane lettore. Aristarco racconta di una sua esperienza passata: da piccolo aveva convinto la madre a comprargli “Il processo” di Franz Kafka. Il libro aveva a tal punto incuriosito l’autore che, giunto al finale, si era ritrovato rapito dalla storia, non riusciva a non parlarne con chiunque, a casa come a scuola. Questo perché “i libri rapiscono il lettore e lo abbandonano nella storia. Alcune storie sono un modo di perdersi, altre di ritrovarsi. Non esiste un libro migliore dell’altro ma libri che caratterizzano le esperienze, unici per ciascuno”. È dunque la maturità, lo sviluppo psicologico che invoglia gli individui ad immergersi in letture più profonde e più impegnative. Tuttavia non in tutte le persone questa percezione di maturità giunge nello stesso momento, così anche il momento d’approccio ai classici.

Partecipazione attiva ed interesse dello studente

Infine Aristarco ha risposto ad alcune domande postegli dagli alunni della 2H della scuola media “Padalino” di Fano. In particolare ha chiarito come, a scuola, la lettura individuale così come quella ad alta voce siano fondamentali per incuriosire i ragazzi ad approcciare la lettura. Tuttavia è importante ricordare che la lettura ad alta voce, sebbene stimoli i ragazzi, non genera il lettore individuale, serve infatti quel “senso di responsabilità” che il lettore si assume nel momento in cui apre la prima pagina di un libro. L’esperienza è comunque importante, come per tutte le cose. In ogni caso, è importante che il processo sia vissuto non passivamente dallo studente ma con interesse e partecipazione.

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