In occasione della rassegna “La Scienza sotto le stelle”, Daniele Scaglione ha presentato “Più idioti dei dinosauri” (Edizioni e/o) che contiene delle riflessioni sul cambiamento climatico. A dialogare con lui nello spazio dell’ex chiostro delle Benedettine, Mattia Crivellini direttore di Fosforo, il Festival della Scienza.
Che futuro avrà mio figlio?
Daniele Scaglione è consulente aziendale e conduttore di Wikiradio su RaiRadio3. Nel libro che ha presentato a Passaggi riflette, tra accuratezza scientifica e linguaggio informale, su come il cambiamento climatico potrebbe influenzare la vita di suo figlio Cosimo, di anni dieci. Che vacanze farà? Potrà avere figli? Cosa mangerà? Il libro nasce quindi come il tentativo di rispondere a una serie di domande che si è posto in qualità di genitore nei confronti del figlio, ma ha un anche impatto didattico. A volte si tratta di interrogativi in vista di un pericolo futuro, ma in alcune zone del mondo queste problematiche sono già realtà.
Milano avrà il clima di Dallas
Nell’opera l’autore ha cercato di raccontare l’emergenza climatica con una forma comprensibile e concreta. Un esempio è proprio quello di associare il clima che avrà Milano nel 2050, con quello che si respira a Dallas. Se dovessimo comprare una casa in futuro, sicuramente meglio allontanarsi dalla Pianura Padana però non avvicinarsi troppo alla costa vista la crescita del livello del mare che in futuro sommergerà sicuramente Ravenna. Attenzione anche a trasmettere il lavoro di famiglia ai propri figli, perché c’è chi non riuscirà a produrre più Lambrusco a causa del clima o chi avrà una concessione per una spiaggia che non esisterà più.
Riusciamo a salvare il mondo prima di cena?
In questo libro informale ma accurato Scaglione analizza numerosi aspetti della vita in relazione al cambiamento climatico. Il settore alimentare ha un rapporto complicato con il cambiamento climatico. Ne parla anche Johnathan e Safran Foer nel suo libro “Possiamo salvare il mondo prima di cena”. Scaglione ha indagato questo aspetto e secondo i dati circa 1/3 delle emissioni di gas serra derivano proprio dal settore alimentare. Allo stesso tempo però il settore risente della crisi climatica. In che modo? Pensiamo al Rio delle Amazzoni, che ha una portata così elevata da rendere l’acqua dolce non solo nel punto in cui sfocia, ma anche per i successivi 100 km. Il Po, al contrario, ha una portata così bassa che l’acqua salata del mare entra nel fiume e crea dei danni alle coltivazioni. Il problema per suo figlio non sarà tanto farsi piacere le verdure, quanto trovare delle verdure da mangiare.
La Multipla del 2004
In diverse pagine del libro si cita la Multipla dell’autore, che è del 2004 ma che non vuole cambiare finché non sarà necessario. Per un pensiero ecologista di mobilità, si pensa subito alle auto elettriche. Vi è un dibattito aperto sulla loro effettiva possibilità di ridurre le emissioni dei gas serra. Scaglione riflette sul fatto che per produrre qualsiasi veicolo si emettono dei gas serra, quindi per ammortizzare quella produzione di gas va creato un prodotto che sia il più longevo possibile. È inutile andare in bici se si acquista ogni anno una bici nuova, perché tutto l’inquinamento che si risparmia nell’usare la bicicletta lo si vanifica nel momento in cui faccio produrre più biciclette. L’auto privata sta diventando un’alternativa sempre meno conveniente. Il treno non sempre è ecologico perché ci sono regioni come la Valle d’Aosta in cui è ancora a diesel.
La vera accezione di idiota
Il titolo del libro, “Più idioti dei dinosauri”, può sembrare un insulto. In realtà il vero significato è quello di una persona che pensa solo al proprio giardino e alla sua sopravvivenza. Questa definizione ben si adatta ad un dinosauro, perché in fondo la loro vita si basava sul sopravvivere e riprodursi prima di estinguersi. L’essere umano invece, nonostante abbia la possibilità di non essere un idiota, potrebbe ritrovarsi ad estinguersi dopo 300 mila anni dalla sua nascita. La prima autentica possibilità è stata fornita dall’uomo stesso: i fisici hanno progettato la bomba atomica.
La crescita demografica
Nella stesura di questa sua opera, Scaglione si è trovato di fronte ad una questione confusa. Se è vero che stiamo crescendo demograficamente, perché si parla continuamente di calo delle nascite? Siamo troppi, ma con tassi di natalità negativi. Se togliessimo dalla terra un miliardo di persone, probabilmente si risolverebbe il problema climatico. “Però bisogna togliere il miliardo giusto”. Se si eliminasse un milione di africani non si otterrebbero grosse riduzioni di gas serra, ben diverso se fosse un milione di americani o europei. Ovviamente non si tratta di una soluzione auspicabile, però fa capire che non è tanto l’eccesso di popolazione, ma come si comporta quest’ultima.
La genitorialità del futuro
Le stime matematiche comunque limitano la popolazione a 9 o massimo 11 miliardi. In alcuni paesi si fanno già meno figli, perché hanno un determinato costo. In altri paesi fare figli significa più manodopera per i campi e quindi più ricchezza. A proposito della tematica di genitorialità del futuro, Scaglione rimase colpito da due ragazze che durante il Fridays for Future di Torino si dicevano disposte a rinunciare al fare dei figli per migliorare l’ambiente. Dopo averle contattate, ebbe un lungo dialogo con loro e capì che preferivano rinunciare ai figli sia per ridurre le emissioni di gas serra, ma anche perché non avrebbero saputo spiegare loro perché il pianeta sia così degradato.
I negazionisti del cambiamento climatico
I ragazzi giovani sono i più consapevoli del cambiamento climatico. Molto spesso ci sono personaggi importanti che continuano a negarlo e Scaglione suggerisce di ascoltarlo e “godersi l’esperienza”, perché probabilmente stanno dicendo informazioni senza senso. Alcune persone hanno coscienza del problema, ma c’è sempre qualcosa di più urgente o emergenziale che rapisce la loro attenzione, come ad esempio la guerra. Oppure delle aziende che sono interessate all’argomento non sanno come agire. Secondo l’autore, persone del calibro di Trump che negano il problema lo fanno perché sanno di essere comunque al sicuro. Altrimenti fa strano a credere che persone così intelligenti, che si sono guadagnate dei posti di potere, non riescano ad ammettere un problema così chiaro.
“Il cambiamento climatico non è la priorità di nessuno, ma colpisce le priorità di tutti.”
Il verde è aumentato o diminuito?
Il libro è dedicato a suo figlio Cosimo e a tutta la sua classe. Il nome di suo figlio è stata un’idea della moglie, ma a lui è piaciuto perché gli ricordava il protagonista de “Il Barone rampante” di Italo Calvino. Proprio in quest’opera Cosimo dice che nel Settecento si poteva andare da Nizza a Roma passando sugli alberi e senza mai mettere piede a terra. Scaglione era infatti convinto che nel tempo la piantumazione fosse diminuita. A smentirlo è stato il ricercatore Giorgio Vacchiano, che si occupa di alberi, il quale ha spiegato che in passato si tagliavano gli alberi per far spazio ai pascoli. Le foreste sono ritornate solo quando c’è stato lo spostamento della vita nella città. Gli alberi sono un aiuto per il clima, ma di solito è l’oceano che assorbe la maggior parte di anidride carbonica. È indubbio che aiutino a migliorare gli ambienti in cui viviamo, ma è difficile che siano la soluzione.
Una cultura più scientifica
L’incontro si è concluso con Daniele Scaglione che ribalta ruoli e chiede al suo interlocutore, Mattia Crivellini, che cosa secondo lui manca in Italia per avere una cultura più scientifica. Per Crivellini siamo figli del Rinascimento, quindi siamo più vicini all’archeologia e alla storia. Però nel nostro passato ci sono nomi come Galileo Galilei, Leonardo Da Vinci o Giovanni Schiapparelli a cui Scaglione ha dedicato una puntata su Wikiradio. L’Italia era piena di scienza in realtà e queste menti erano anche in politica, ma c’è stata una scissione ben diversa rispetto ad altri Paesi in cui è predominante la cultura scientifica.