Ad aprire la rassegna “Politica e Attualità” della dodicesima edizione di Passaggi Festival, iniziata mercoledì 26 giugno, è stato Antonio Padellaro. L’autore, conversando con Elisabetta Stefanelli, capo redattrice della sezione Cultura dell’Ansa, ha presentato il suo Solo la verità lo giuro. Giornalisti artisti pagliacci (Piemme) di fronte ad un numeroso pubblico.
Il mestiere del giornalista
Antonio Padellaro vanta una ricca e dinamica carriera presso alcuni dei giornali più influenti d’Italia: l’Ansa, il Corriere della Sera, L’Espresso, L’Unità e, infine, Il Fatto Quotidiano, che fondò nel 2009 con Marco Travaglio e altri colleghi.
Non stupisce quindi che il suo ultimo saggio sia dedicato proprio al mondo del giornalismo e ai suoi protagonisti. Elisabetta Stefanelli lo ha definito “un’autobiografia professionale”. Infatti, Solo la verità lo giuro. Giornalisti artisti pagliacci ripercorre il percorso lavorativo di Padellaro, presentando una galleria di incontri e personaggi straordinari ed eccentrici, che hanno contribuito alla storia più recente del nostro Paese. All’esperienza personale si affianca una riflessione sull’evoluzione politica e sociale italiana e sul mestiere di giornalista, attraverso un punto di vista interno che svela retroscena e trasmette la passione dell’autore per il suo lavoro. Quello del giornalista è un mestiere totalizzante, che non ha né orari né regole, ma da approcciare, come consiglia Padellaro, senza mai prendersi sul serio e cercando di seguire il proprio istinto.
Il Fatto Quotidiano e Berlusconi
Nel suo libro Antonio Padellaro racconta esperienze personali e professionali legate ad importanti eventi della storia italiana, come il sequestro di Aldo Moro, l’omicidio di Pasolini e la pubblicazione delle liste degli iscritti alla Loggia P2. Riporta anche alcune conversazioni con passati protagonisti del mondo del giornalismo e della politica italiana, come Oriana Fallaci, Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Quest’ultimo è stato, soprattutto durante gli anni in cui ricopriva la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri, il bersaglio e la fortuna de Il Fatto Quotidiano. Padellaro ha raccontato al pubblico di Passaggi Festival una telefonata con Berlusconi. In seguito alla pubblicazione di una copertina de Il Fatto Quotidiano con una sua foto titolata “Delinquente”, l’allora Primo Ministro chiamò il giornalista, definendosi indignato esclusivamente per il fatto che l’articolo a lui dedicato affermasse che i suoi capelli fossero artificiali. Antonio Padellaro comprese subito il significato di quella affermazione: con quella telefonata Berlusconi voleva comunicare alla redazione la sua indifferenza verso i loro attacchi e critiche.
Crisi del giornalismo e crisi della politica: che legame c’è?
Uno dei temi centrali di Solo la verità lo giuro. Giornalisti artisti pagliacci e del dialogo tra Antonio Padellaro ed Elisabetta Stefanelli a Passaggi Festival è stato la crisi del giornalismo. I giornali vendono poche copie, sono diventati troppo freddi, distaccati e indifferenti, non riescono più a trasmettere vitalità. I giornalisti sono diventati “personaggi televisivi” e hanno perso la “patente di oggettività” che un tempo possedevano. Oggi nel giornalismo mancano voci autorevoli, come lo sono stati Scalfari e Montanelli, e l’assenza di contenuti, valori ed idee, che prima erano veicolati attraverso i giornali, viene spesso colmata da chi si improvvisa scrittore, cercando di incontrare le esigenze del pubblico.
Padellaro riconosce un forte legame tra la crisi del giornalismo e quella della politica, da cui i cittadini sembrano distaccarsi sempre di più. Il dato dell’astensionismo alle ultime elezioni europee è preoccupante e solleva alcune domande: perché la politica non è più attraente? Perché si è diffusa questa sfiducia nei suoi confronti? A queste domande dovrebbero cercare di dare una risposta i giornali, affrontando temi che possano riaccendere l’interesse dei lettori e cercando soluzioni che possano contribuire al superamento di entrambi le crisi.
Qualche soluzione alla crisi del giornalismo
Elisabetta Stefanelli ha affermato che dagli esiti delle analisi sulla decadenza del ruolo del giornalismo negli ultimi anni, è emerso che potrebbe essere vincente puntare sul formato dei settimanali: non rincorrere il quotidiano, ma proporre al lettore un valore aggiunto attraverso un’analisi delle notizie.
Antonio Padellaro ha aggiunto che si è diffuso tra i lettori un nuovo modo di approcciarsi ai giornali rispetto a quello prevalente qualche anno fa. Mentre in passato alla stampa erano riconosciuti sacralità e rispetto, oggi “i lettori giudicano i giornali”. Questo differente atteggiamento è una conseguenza del fatto che spesso gli articoli sono più leggeri e superficiali. I giornali sono dei prodotti e in quanto tali sono in competizione tra loro e vengono venduti quando incontrano l’interesse del pubblico. Un’informazione calata dall’alto oggi è anacronistica, i lettori sono costantemente informati tramite i social network, presentano una particolare sensibilità e spesso correggono quanto riportato dai giornalisti. Per risollevare il giornalismo dalla sua crisi, è quindi necessario che siano anche i suoi protagonisti a cambiare il modo di approcciarsi al proprio mestiere.