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Circa un mese fa il noto quotidiano inglese The Guardian ha stillato la classifica dei 100 migliori romanzi del secolo. Non è la prima volta che il giornale d’oltremanica si cimenta in questo tipo di iniziative (recentemente è uscita la classifica dei 100 film influenti del XXI secolo).

C’è da dire che il nostro secolo è effettivamente ancora all’inizio. Basti pensare però che, secondo una recente stima emersa dall’infografica “L’editoria in Italia: pesci grandi e piccoli in un mare di libri” ideata da Minimegaprint ecommerce per la stampa online, nel 2017 nel solo Stivale sono stati pubblicati circa 61.188 libri. In questa prospettiva l’impresa affrontata dal The Guardian assume l’aspetto mastodontico che effettivamente la caratterizza.

Clausola di esclusione di responsabilità

Tutto ciò mi serve semplicemente per fare un dovuto “disclaimer”: per quanta riconoscenza e fiducia io provi nei confronti degli eminenti critici letterari del The Guardian, non si può dire che riponga la stessa fiducia in questo genere di classifiche: mi sembra piuttosto improbabile che un lavoro simile, per quanto accurato, possa aver preso in considerazione tutte le pubblicazioni di tutti i paesi del mondo dal 2000 ad oggi, considerando anche che molte opere meravigliose rimangono spesso tagliate fuori dagli ingranaggi dell’editoria per ragioni che nulla hanno a che fare con la qualità letteraria.

Qualcuno, pertanto, ne sarà sicuramente scontento e si troverà in disaccordo, qualcuno dirà che è troppo difficile dare dei giudizi qualitativi precisi rispetto ad un romanzo, qualcun altro, infine, sosterrà che in fondo romanzi distrutti dalla critica hanno poi avuto un successo strepitoso.

Bisogna comunque ricordare che dei canoni esistono e che la critica letteraria ha una discreta rilevanza nello stabilire la qualità di un romanzo, qualità che (per fortuna mi verrebbe da aggiungere) non può essere in alcun modo determinata solo dal numero di copie vendute e dal successo di un determinato autore.

La classifica dei migliori romanzi

La classifica del The Guardian ci serve, pertanto, per orientarci in questo mondo complesso e popolato da correnti in contrasto che è l’editoria e può fornire inoltre molteplici spunti di lettura.
Al primo posto troviamo il romanzo storico Wolf Hall della britannica Hilary Mantel. Il romanzo costituisce il primo capitolo di una trilogia e racconta l’ascesa al potere del conte di Essex, Thomas Cromwell, all’interno della corte di Enrico VIII. Mantel, che sta ancora lavorando al terzo capitolo della saga, è stata la prima donna nella storia a vincere due Book Prize (per i primi due capitoli della saga).
Al secondo posto troviamo l’autrice statunitense Marilynne Robinson con il libro che le è valso, nel 2005, il Premio Pulitzer: Gilead. Si tratta di un romanzo epistolare che narra una parte di storia del 1900 dal punto di vista di un pastore dell’Iowa.

Al terzo posto, infine, troviamo Tempo di seconda mano di Svetlana Alexievich. Un’opera immensa per la quale l’autrice bielorussa ha raccolto e raccontato un patrimonio infinito di fonti orali sull’Unione Sovietica e sulla sua fine.

I migliori romanzi: italiani in classifica

Tra gli italiani il primo a comparire è un altro romanzo scritto da un nome (o meglio uno pseudonimo) femminile: si tratta di Elena Ferrante e del suo “L’amica geniale” che si guadagna l’undicesimo posto. Il romanzo, ambientato in un quartiere periferico di Napoli, è parte di una saga, ed oltre allo strepitoso successo raggiunto nel momento della pubblicazione (2011) ha rifatto la sua comparsa nelle classifiche dei libri più venduti nel 2017, quando la HBO ha annunciato la produzione di una serie TV.

Altro autore italiano presente nella classifica è Carlo Rovelli che con il suo “Sette brevi lezioni di fisica” del 2014 si guadagna il sessantaseiesimo posto: il The Guardian ha descritto il romanzo come l’opera di “un fisico teorico che apre una finestra sulle grandi domande dell’universo”.

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