Il primo Grande Autore dell’ultima giornata di Passaggi è stato Mario Giordano. Sul palco di Piazza XX Settembre ha presentato la sua ultima inchiesta “Avvoltoi. L’Italia muore loro si arricchiscono. Acqua, rifiuti, trasporti. Un disastro che ci svuota le tasche. Ecco chi ci guadagna”. Un titolo molto esplicativo per un libro brucia pancia, ma che fa molto riflettere. A conversare con lui il giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Salvia.
Se qualcosa non funziona, c’è chi ci guadagna
Mario Giordano ha da subito chiarito la tesi espressa nel suo libro: se i servizi continuano a non funzionare è perché a troppi conviene che vada così. Le tariffe sono aumentate dell’89% per l’acqua, del 200% per le autostrade, ma i servizi non aumentano in efficienza. Gli autobus nuovi prendono fuoco a Roma, perché di seconda mano. Intanto il costo dei biglietti aumenta e 6000 euro al minuto delle tasse vanno al sistema del trasporto pubblico. Allora dove finiscono i soldi? Nelle grinfie dei cosiddetti “Avvoltoi.”
Nomi e cognomi
Nel libro Mario Giordano fa nomi e cognomi di persone che si nutrono con i soldi derivanti da ciò che ci è più caro come trasporti, rifiuti ed acqua.
Luigi Fiorillo ha gestito le ferrovie del Sud-Est spendendo 5 milioni di euro per sistemare l’archivio. Per farlo ha assunto una consulente con un contratto di 17 anni da 9500 euro al mese. La donna ha poi ottenuto l’assunzione del marito e il figlio per farsi aiutare, con contratti pari al suo. Tantissimo denaro speso per l’archivio, ma uno stato di degrado dei 474 km di ferrovie, di cui 471 a binario unico e senza controllo di sicurezza.
L’imprenditore Bonacina e S. F. hanno lucrato cifre fino a 10 milioni sui rifiuti, poco rischiosi in quanto il massimo della pena è di sei anni. Nel frattempo l’ambiente si avvelena con gravi conseguenze.
Ivo Monteforte, uno degli amministratori dell’acquedotto pugliese, ha usato i soldi destinati a questo per comprarsi oltre mille bottiglie di vino e tanti altri regali. Intanto si rischia la siccità perché i tubi sono forati e il 37% dell’acqua finisce dispersa. Sono stati riparati lo 0,34% dei tubi negli ultimi anni.
Parlare per conoscere, conoscere per ribellarsi
Mario non sa se serve raccogliere tutte queste inchieste. Ogni anno arriva ad un punto di scoramento perché si continua a rubare e lui continua a ricevere querele. In realtà è convinto che sia utile parlarne, per uscire dalla retorica del “non cambia mai nulla”. I cambiamenti necessitano tempo, ma una vera rivoluzione parte sempre dalla conoscenza così come non c’è ingiustizia che non ponga radici nell’ignoranza.
L’italiano medio
Gli avvoltoi esistono, ma a volte con la complicità dell’italiano medio. Per ogni pensione d’oro c’è una falsa pensione di invalidità; per ogni vitalizio c’è chi intasca la pensione della nonna fatta a pezzi nel frigorifero. Gli italiani sono così: ognuno di noi ha la tentazione di diventare un avvoltoio. A volte pensa che con i suoi libri, più che fare denuncia dia delle idee per guadagnare. Però deve ammettere che in questi anni gli italiani sono stati migliori di chi li ha governati, è per questo che il Paese è in piedi nonostante tutto.
Il ruolo della politica
La politica è vitale, solo lei può sconfiggere gli avvoltoi. Ma serve una politica che dia risposte ai bisogni dei cittadini, non che difenda i propri interessi. Per troppo tempo la politica ce l’ha avuta con gli italiani. Mario Giordano non sa ancora come valutare il futuro governo. Starà attento a tutti gli sviluppi e a controllare eventuali falle. Si augura però che la feroce accoglienza che ha ricevuto Conte, se paragonata a Monti e Renzi, sia di buon auspicio per risultati migliori.
Giordano è a favore di una riforma shock sulle tasse, come la flat-tax. Inoltre sostiene il reddito di cittadinanza come strumento straordinario per risolvere l’emergenza sociale. Deve però essere un aiuto a trovare lavoro, non un sussidio illimitato per dei nullafacenti. È d’accordo anche con la revisione della legge Fornero. Secondo lui questi tre aspetti sono essenziali per far ripartire il paese.
La speranza del giornalista è che tra qualche anno il tema dei servizi inefficienti che pesano sul portafoglio e sulla salute sarà diventato patrimonio comune per ottenere miglioramenti, come è avvenuto ad esempio con i vitalizi. Se sarà così, il suo libro avrà raggiunto il suo obiettivo.