Metodo Montessori

Autoeducazione, indipendenza, libertà. Questi sono i principi cardine del Metodo educativo Montessori, ideato e promulgato dalla pedagogista Maria Montessori, della quale oggi si celebra il centocinquantesimo anniversario dalla sua nascita.

Il carisma di Maria Montessori

Non esente da critiche, il Metodo Montessori ha riscosso un grande successo nazionale e internazionale, tanto che, ancora oggi, esistono nel mondo circa 65 mila istituti montessoriani.

I motivi di questa intramontabile fama sono da ricercarsi, oltre che nel metodo educativo stesso, anche nella personalità carismatica della Montessori. La pedagogista è stata infatti la terza donna italiana a laurearsi in medicina ed è stata anche un’oppositrice del fascismo, tanto che è stata esiliata in Olanda nel 1934, dove è deceduta nel 1952. Nel corso della sua vita ha poi scritto numerosissimi libri tra cui Educare alla libertà e Mente del bambino. Mente assorbente.

Il successo del Metodo, però, è dovuto anche al virtuoso girotondo di dicerie formatosi nel corso degli anni intorno ad esso, rendendo progressivamente il Metodo Montessori appannaggio di una classe ristretta e privilegiata. Di qui una delle maggiori critiche contemporanee mosse al Metodo; il fatto cioè che i successi professionali dei pupilli di molte famiglie benestanti, cresciuti tra le più illustri cerchie sociali e una copertura considerevole di denaro alle spalle, possano non essere dovuti esclusivamente alla frequentazione delle scuole montessoriane.

Metodo Montessori: quasi come leggere un libro

Bando però alle accuse, spesso infondate, è invece doveroso spezzare alcune lance in favore di questa scuola alternativa e rivoluzionaria, che si oppone ai dettami di quella tradizionale, come l’imposizione di regole dall’alto, l’apprendimento passivo, la limitazione delle libertà decisionali e di pensiero dello studente.

Si potrebbe paragonare il Metodo Montessori all’apprendimento derivato dalla lettura di un libro. La prima fase, quella decisionale, è infatti quasi totalmente autonoma. Certo, talvolta è necessario essere spinti alla lettura, specialmente nei primi anni di vita. Oppure è possibile che l’ambiente circostante o i consigli di altre persone influenzino la scelta. Ma la decisione finale spetta solo e soltanto al lettore.

Allo stesso modo, con il metodo Montessori il bambino è sì indotto a frequentare quella scuola, a seguire le lezioni, a stare con i compagni. È però anche responsabilizzato in tutte le sue scelte, che devono essere autonome e spontanee: dalle lezioni da seguire, ai compiti da svolgere a casa, ai compagni con cui stare. Il bambino, per esempio, può anche trascorrere il tempo con compagni di età diverse. Si renderà poi conto da solo che gli argomenti trattati non sono alla sua portata, oppure che la semplice presenza dei suoi coetanei è migliore. Proprio come quando ci si approccia ad un libro pensato per fasce di età diverse o per persone con competenze diverse.

L’autoeducazione del Metodo Montessori

La lettura di un libro, poi, è l’emblema dell’autoeducazione. L’atto del leggere, nella sua lentezza, nella sua richiesta di concentrazione e, ovviamente, per le informazioni presenti nel libro stesso, è un grande stimolo all’apprendimento. Proprio come il Metodo Montessori, che insegna al bambino la lentezza, l’attenzione e la concentrazione, o comunque a seguire i suoi personali tempi, per far sì che le sue azioni siano svolte al meglio.

Nell’insegnamento montessoriano, poi, il bambino riceve molte nozioni, da quelle più tradizionali, come il riconoscimento dei colori, la lettura e la scrittura, sino a quelle più pratiche o quotidiane, come sparecchiare il proprio piatto dopo aver mangiato, prendersi cura di piante e animali, stare a contatto con la natura.

L’importanza dell’insegnante

Un libro, però, ha sempre un autore. Questo, oltre a fornire determinate informazioni, guida il lettore tra le pagine e spesso suggerisce le chiavi interpretative della storia. In alcuni casi è più partecipe, in altri si nasconde alla perfezione tra le parole, ma è sempre presente. L’insegnante montessoriano, allo stesso modo, deve essere una guida presente, che vigila sugli studenti e suggerisce loro la via più giusta da intraprendere. Non deve, però, essere invadente, né deve rimproverare sterilmente gli alunni dall’alto del suo sapere.

Deve invece porsi allo stesso piano spiegando loro, in modo ragionevole, il motivo per cui, a suo parere, l’alunno abbia commesso un errore, stimolandolo all’autocorrezione. Una piccola distrazione dal lavoro, per esempio, è tollerata, così come può esserlo una distrazione dalla lettura. Il libro, così come la scuola e i compagni, rimane sempre lì, pronto a riaccogliere lo studente senza gravi conseguenze, come voti bassi o giudizi negativi.

Nella scuola montessoriana non ci sono i voti

Anzi, nella scuola montessoriana i voti non esistono affatto e gli alunni sono portati ad implementare le proprie capacità di autovalutazione. Tornando alla metafora del libro, il lettore sa che saltando le pagine potrebbe velocizzare la lettura. Questo però renderà la comprensione del libro più difficoltosa e, talvolta, potrebbe persino allungarne il processo.

O ancora: talvolta il lettore può decidere di non finire un libro. Questo non è sbagliato in sé; semplicemente priverà il lettore di ulteriori conoscenze o della soddisfazione di aver portato a termine qualcosa. Lo stesso varrà per i compiti a casa o per il lavoro in classe dello studente montessoriano. Se non implementati, al bambino verranno semplicemente comunicate le conseguenze delle sue azioni, piuttosto che essere bollato con un semplice voto numerico.

Il Metodo Montessori e il distacco dalla realtà

La realtà, voi direte, è però più complessa della semplice lettura di un libro. Ogni bambino ha una personalità diversa, così come ogni insegnante. Ogni famiglia predilige, a casa, metodi di educazione costruiti sulle proprie esigenze e i paesi in cui sono sorte le scuole montessoriane hanno ognuno background culturali propri.

Inoltre, e questa è la seconda comune critica al Metodo, la vita post-scolastica sarà molto meno accondiscendente con gli studenti delle scuole montessoriane, i quali rischiano di trovarsi catapultati in realtà lavorative e sociali che non ammettono decisioni autonome, errori o autocorrezioni, che richiedono velocità, prontezza e capacità di adattamento.

Non per questo, però, non deve esistere una realtà diversa, che propone un’educazione non tradizionale e che, se accostata all’esperienza obbligata del mondo “reale”, può regalare al bambino un ritaglio di spazio proprio, di apprendimento e di evasione. Proprio come può fare un libro.

 

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