di Michele Messina
Duro essere uno sportivo durante la quarantena. In questo periodo ognuno cerca di arrangiarsi come può, cercando tempi e luoghi per praticare la propria passione, dato che è proibito non solo uscire da casa, ma allontanarsi da essa di più di cinquecento metri.
Fabio si impegna nel giardino in lunghi ed estenuanti esercizi ginnici, per non perdere il prezioso tono muscolare, allegando dei video per testimoniare il proprio sforzo fisico. Non contento della sua perfomance ha deciso di dedicarsi all’orticoltura, quindi ogni mattina di buon ora si reca nel suo orto e qui si impegna nel curare zucchine, lattughe, spinaci, melanzane. Il prodotto finale viene raccolto in ceste e portato a casa, servirà a fornire un ottimo pranzo bio e ad evitare pericolosi accumuli di grasso nei fianchi, dove una volta trovatovi rifugio, non va via neanche dopo aver ricevuto il terzo foglio di via.
Davide, iscritto ad un corso di mental coach, in pettorina rossa, passa le giornate a riprendere suo figlio, impegnato in palleggi nel cortile di casa, tutto riempito di cemento, posando in secondo tempo, diligentemente, i coni per far diventare più efficace l’esercizio di controllo del pallone. La tabella dell’allenamento quotidiano prevede la partitella delle sedici. Un figlio, molto ritroso allo sforzo fisico, viene schierato in porta, come novello Gigi Buffon senza l’ardire di lanciarsi in tuffo sull’asfalto capace di creare fastidiose ferite alle gambe. All’ala destra è schierato il fratello Aldo, che indossa la maglia del Brasile anni 70. Non è una vera maglietta, ma il frutto di una notte insonne, durante la quale, l’attempato giocatore dalla folta criniera bianca si è verniciato il petto di giallo, disegnandosi il numero 11 sulle spalle, con il colore nero. Una bella visione sotto il sole, l’unico inconveniente è quello di non toccarsi con le mani il petto, altrimenti il colore potrebbe venire via. Lui si schiera sull’ala destra alla Roccotelli, perché abile nella rabona, che effettua colpendo il pallone con il piede destro, portandolo dietro il sinistro.
Al centro il giovane centravanti colpisce al volo, infilando il pallone proprio sopra la testa del portiere, girato con la parte posteriore verso gli altri, la gamba destra alzata e le braccia raccolte a protezione della testa. Il pallone scagliato con forza provoca un rumore sordo sul cancello, solo allora zio Aldo ritorna in sé dall’impeto agonistico e inizia ad urlare come un forsennato, riempiendo l’aria di santi e parole impronunciabili. Un penitente, dall’animo poetico, passato di lì, si tura le orecchie con due lucertole che prendono il sole, ai bordi della strada, aumentando i passi, appena sente raddoppiare le urla maledette del Rivelino biondo. Al sole brillano i capelli biondi dalle punte grigie del numero undici di scuola carioca, gradevole effetto provocato dall’essersi portato le mani dai fianchi alla testa.
Nel frattempo il portiere si è perso, in quanto impegnato a ridere dietro la casa, il giovane centravanti si è rifugiato seccato nella play station. A questo punto la moglie affacciatasi alla finestra, constatando la mancanza del numero legale dei giocatori per assicurare la regolarità dell’incontro, con un fischio dichiara sospeso l’incontro odierno.
Nicola, dopo aver perduto l’occasione delle passeggiate domenicali, ha riversato le sue attenzioni alla bicicletta da interno, posta su supporti sulle ruote, per attraversare strade primaverili, rimanendo tranquillamente chiuso in casa e non incappando in nessuna multa salata. Ma un raggio di sole lo seduce e allora immersi i piedi nelle scarpe, si lancia in una camminata fuori, dirigendosi verso la stradina che porta verso la zona collinare, per perdersi tra alberi e asparagi. Non facendo caso ai cinghiali fermi a raccogliere funghi ai bordi della strada e al piccolo lupo che cerca di mordergli le caviglie.
Stefano, avendo saputo da una fonte confidenziale, che i campionati riprenderanno entro maggio, ha già provveduto ad affittare la casa del custode nello stadio cittadino, per avere un posto privilegiato alla fine della pandemia. Vi si è rinchiuso con dieci cassette di birra Nastro Azzurro, tre scatoloni di patatine e un picchetto che gli assicurerebbero la visione di tutte le partite del recente e lontano passato in attesa del riavvio dei campionato. Nel frattempo utilizzando il fermo immagine, controlla sugli spalti il numero degli spettatori presenti negli stadi del campionato dilettante, per accettarsi della veridicità delle cronache dei giornali. Quando scopre l’errore, provvede con una e-mail a segnalare l’errore alla testata giornalistica interessata, invitandola a non ripeterlo successivamente, pena gravi sanzioni pecuniarie.
Un gruppo di sportivi in crisi di bollette si è riversato sui campionati del Tugikistan, Burundi, Giordania, Taiwan e Nicaragua. Hanno trovato una nuova occupazione nell’individuare le squadre sulle quali puntare, qualcuno di loro ha già imparato a memoria i nomi dei calciatori più famosi, come quello di Pablo Gallego, centravanti del Managua, uno dei quattro club della capitale, autore di cinque reti in dieci partite. Talvolta nei momenti di tragedia si risvegliano delle capacità assopite nella mente. Tramite contatti whatsapp studiano le tre partite giornaliere e decidono su chi puntare, facendo poi un salto in Bielorussia, dove secondo il presidente Lukashènko non esistono virus e invita gli abitanti a bere vodka e a fare saune. Qui gli stadi sono deserti, dato che gli spettatori mancano per paura del contagio, hanno deciso di scoprire di chi sono i volti incollati sugli sgabelli, a fungere da spettatori dell’incontro. Fioccano copiose scommesse su questo nuovo aspetto del calcio internazionale, che regala sconosciuto interesse in questo momento di isolamento e di mancanza di libertà personale.
Anselmo, doriano ma tifoso della Sampdoria, è quello, che preoccupa più di tutti, della pericolosa astinenza da calcio, che i canali tematici di Sky non riescono a soddisfare, chiede continuamente alla moglie la visione di partite in diretta e si è già dichiarato favorevole alla riapertura del campionato dopo le festività pasquali, appoggiando la richiesta di sor Lotito. Intanto si è improvvisato regista e ha coinvolto i suoi due figli, il gatto, il cane, una coppia di pappagallini gialli e celesti, un criceto, due bacherozzi e la suocera a ripetere le azioni delle partite del Calcio Storico sui canali 57 e 58 del digitale terrestre. Il suocero è fuggito durante la notte e ha chiesto rifugio nella locale stazione dei carabinieri, naturalmente verrà accolto dopo aver passato l’obbligatorio periodo di quarantena.
Chris, calciatore di calcetto di età avanzata, dal fisico arrotondato ma dai lunghi capelli bruni appoggiati sulle spalle muscolose, per mantenere integra la propria forma fisica ha deciso di fare la lavatrice dei suoi quattro pigiami, indumento preferito di questo periodo. Poi li ha stesi su un lungo filo per almeno quattro giorni ripetutamente, ritirandoli e stendendoli a giorni alternati. Prima ha riempito il frigo di uova e scatolette per il gatto, in modo tale da non cadere nella tentazione di aumentare la sua circonferenza preziosa, oggetto di costante venerazione da parte del pubblico di genere femminile. Intanto tra una lavatrice e l’altra lucida la Coppa Disciplina vinta qualche anno prima e un tenero sorriso spuntato sulle labbra provoca la riscrittura della ultime quindici finali del torneo di Subbuteo del Bar di Zi Vittorio, a causa del suicidio di tutte le cheerleader dei dintorni.
Enrico, appassionato di atletica leggera ha creato nel suo giardino un percorso di allenamento: si parte davanti casa, si passa per l’orto, costeggiando il recinto dei conigli, il garage, si salta la porticina che introduce nel piccolo vialetto, un balzo sull’altalena, rapido scatto libero dietro la casa per poi arrivare al punto di partenza. Ogni giorno il percorso viene ripetuto diverse volte, fino ad arrivare alla cifra di ventidue volte, l’obiettivo prefissato è quello di raggiungere i 70 giri consecutivi. confrontando i tempi con due altri podisti, entrambi autori di un percorso personalizzato in giardino. Una volta eseguito, il percorso verrà cambiato per motivi di paternità informatica.
Massimo e Riccardo, due allenatori delle categorie inferiori, avendo saputo che due tenniste sono divenute famose per alcuni scambi di colpi tra due terrazze, giusto per la gioia di divertirsi, hanno deciso di imitarli. I due hanno preso una decina di palloni di calcio e hanno cominciato a calciarli da un terrazzo all’altro. Il primo pallone ha superato ampiamente il terrazzo prescelto, andando a scontrasi contro un vetro e provocando un rumore fragoroso. La cosa ha creato molto turbamento dato che l’ora era giovane e gli studenti erano ancora immersi nel sonno ristoratore, dopo la notte trascorsa in un campionato extracondominiale di FIFA 2019. Il pallone è stato sequestrato dal padrone di casa per motivi di ordine pubblico. Il secondo pallone scagliato dal sinistro di Massimo è caduto sulla parabola, rimbalzando sul cornicione e finendo nel balcone del cavaliere Osvaldo De Laurenzi, sordo dal bombardamento di San Rocco, che lo ha raccolto come preda bellica, in attesa di un’eventuale richiesta di riscatto.
Il terzo pallone tirato da Riccardo è rimasto sospeso a metà strada, non sapendo dove andare e trovando momentaneo riparo nel nido di una gru libanese, che ha accumulato una discreta somma con il commercio di borse d’allevamento. Il quarto ha deciso di sgonfiarsi per non incorrere in una cattiva sorte, il successivo è arrivato oltre il muro della casa all’angolo, due palloni si sono messi il giubbotto e sono fuggiti dalle scale, un altro ancora, grazie ad un permesso speciale per motivi di salute, è partito per l’isola di Taso, dove abita la sua famiglia. L’ultimo pallone ha avuto un attacco di timidezza e ha preferito non uscire fuori nella terrazza. Quindi, Massimo e Riccardo non avendo più palloni da lanciarsi, si sono salutati e sono tornati a sdraiarsi sul divano, immergendosi in un programma, su una tele locale, nella quale un anziano presentatore parla delle difficoltà, vissute in questo periodo, dal calcio dilettantistico, per la mancanza degli sponsor legata alla chiusura delle pizzerie, ristoranti e locali di intrattenimento del territorio.
Michele Messina è nato a Castrovillari in provincia di Cosenza, il 27 aprile 1964. Ha pubblicato nel 1997 un libro di racconti “Dentro la Città”. Nel 2001 per le Edizioni Montaleone ha pubblicato “Good e altri racconti”.
Nel 2008 ha pubblicato per la Giraldi Editore di Bologna, la raccolta di racconti “Salvate noi, non le balene”.
Nel luglio 2012 ha pubblicato il libro di racconti “Le stelle sono tante” sul sito ilmiolibro.it .
Nel 2014 è uscito l’ebook “Il nipote di Rivera”, Abelbooks.
A Giugno 2010 ha vinto con il racconto “Tifosi in vendita” il primo premio al XXXIX Concorso Nazionale per il Racconto Sportivo del CONI.