Nando dalla Chiesa Passaggi Festival 2024

 

Nando dalla Chiesa è uno scrittore, docente universitario di Sociologia della Criminalità Organizzata e Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, ex senatore e deputato, dal 2013 è Presidente del comitato scientifico di Passaggi Festival. In occasione della rassegna “Libri in Piazza”, l’autore presenta una riedizione di un suo libro già pubblicato nel 2006: “Le Ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore” (Solferino). Dalla Chiesa conversa con Beatrice Luzzi, attrice, scrittrice ed amica dell’autore, ed Annarita Briganti, scrittrice e giornalista per La Repubblica.

 

 

La storia di Michela Buscemi

 

Dinnanzi ad una Piazza XX Settembre ricca di persone troviamo a sinistra Beatrice Luzzi, al centro dalla Chiesa e sulla destra Annarita Briganti che prende subito la parola cominciando, dopo i convenevoli, con la prima domanda: “Il sottotitolo recita: “Donne che hanno sfidato la mafia”. Perché l’antimafia è donna?”. Nando dalla Chiesa riporta alcune interessanti vicende prese dalla propria opera per rispondere alla domanda e comincia con la storia di Michela Buscemi. Michela fu forse il miglior esempio di lotta diretta alla mafia che possa esistere ma purtroppo a poche persone questo nome suonerà famigliare. Michela nacque nei quartieri popolari di Palermo appena prima della seconda guerra mondiale, i fratelli che non morirono in guerra gravavano sulle sue spalle e su quelle di sua madre. Michela desiderava imparare ed avere un’istruzione ma il padre non voleva, la picchiava senza pietà se veniva a scoprire che era andata a scuola anziché rimanere ad aiutare la madre a sbrigare le faccende. Fu dunque costretta a crescere senza insegnamenti didattici. Michela, a poco più di quarant’anni, ormai sposata, si ritrovò due dei suoi fratelli (che aveva cresciuto come figli) uccisi dalla mafia per contrabbando di sigarette senza autorizzazione dalla criminalità organizzata locale. Michela voleva giustizia a tutti i costi e per questo si costituì parte civile. Quello che si svolse nel 1985 a Palermo, in seguito a questa tragedia personale, fu il primo maxi processo contro la mafia. Inizialmente anche la madre si costituì parte civile salvo poi tirarsi indietro temendo ritorsioni. La testimonianza di Michela fu un grande schiaffo alla mafia. In seguito al suo intervento in giudizio fu minacciata di morte. Questo non fermò Michela che comparve come testimone anche in appello salvo un successivo ritiro dalla parte civile in seguito ad importanti minacce che la mafia aveva rivolto alla sua famiglia la quale, per tutta la durata del processo, l’aveva lasciata sola a testimoniare dinnanzi ai criminali che avevano ucciso il sangue del suo sangue. Da quel momento, ogni tanto, Michela sognerà i “Funerali della mafia”.

 

 

Il Rita Express

 

Un altro esempio molto toccante di donna come volto dell’antimafia è quello di Rita Borsellino, sorella di Paolo. Nando la definisce “Volto dolce dell’antimafia”. Quando Rita si candidò Presidente della Regione Sicilia (anche se sconfitta da Cufaro) le donne gridando Rita pensavano a “libertà”. L’autore incanta il pubblico con un aneddoto secondo il quale una ragazza, durante il periodo di campagna elettorale della Borsellino, disse a dalla Chiesa che partiva ogni settimana per andare in Sicilia col “Rita Express” per fare campagna elettorale in favore di Rita e delle sue idee politiche contro la mafia.

 

 

L’opinione di Beatrice Luzzi

 

Interpellata sull’opinione che l’attrice sostiene riguardo le donne come volto dell’antimafia, Beatrice Luzzi sostiene che il termine ribelli è sbagliato: sono donne che seguono la strada dell’amore, del rispetto. Non dovrebbero essere ribelli quanto, piuttosto, “Donne rette”. Quest’esempio è quello che dovrebbe suggerire l’istinto in una condizione standard, non è un percorso da “ribelli” quello in base al quale si denuncia la mafia per le sue ingiustizie. Conclude dalla Chiesa dicendo:

 

Quando diventi colui che chiede giustizia divieni anche il bersaglio da colpire”.

 

 

La mafia oggi

 

Riguardo la questione mafia odierna, per dalla Chiesa, oggi, la mafia non è solo nei colletti bianchi, come si sente dire. Non è solo nella corruzione; come se non ci fosse violenza. Niente di più sbagliato. Questo male che comunemente denominiamo “mafia” si trova nei cantieri senza ispettorato sul lavoro, nella sanità, nei consigli comunali. Lo trovi ovunque. Per l’opinione pubblica la mafia si trova ai vertici della società quando in realtà non è così: la mafia è “davanti al nostro naso, ovunque, nei luoghi che frequentiamo tutti i giorni, è tutto tranne che intangibile”.

 

Può esistere politica senza mafia ma non mafia senza politica” [Nando dalla Chiesa]

 

 

Responsabilità civile o Povertà culturale

 

Cosa può fare la scuola?” si chiede la Briganti. Secondo Beatrice Luzzi si dovrebbe prima far conoscere lo stato, la democrazia, il rispetto delle regole e dei diritti. C’è poca consapevolezza della responsabilità civile. La mafia è oltre questo, lo supera e lo rovina. Per quanto riguarda l’autore egli ritiene che il senso della legalità non è solo l’osservanza delle norme ma è un sentimento che ti porti dentro dall’infanzia, dall’ambiente in cui cresci e ti sviluppi. È una questione di “povertà culturale” che non consiste nell’analfabetismo ma nella modalità di comportamento ed educazione familiare. È una povertà educativa.

CONDIVIDI!