In questo periodo la Croce Rossa è stata impegnata in prima linea nella gestione dell’emergenza da COVID-19, assieme ai suoi volontari e a tutti gli operatori del sistema sanitario nazionale. Per quanto la situazione sia stata per tutti nuova, la Croce Rossa ha una lunga e solida esperienza nella gestione di contesti difficili e straordinari.
Quando nel 1929 nacque il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa non si sospettava che sarebbe diventata la più grande organizzazione umanitaria del mondo. Creata al fine di soccorrere i feriti di guerra, spesso abbandonati sul campo di battaglia, oggi si occupa di garantire a tutti gli individui la giusta assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di guerra che di pace.
Il Movimento Internazionale coordina a sua volta il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), la Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e 190 Società Nazionali individuali, con 17 milioni di volontari nel mondo.
Tra le varie Società Nazionali vi è la Croce Rossa Italiana (CRI), che opera sul territorio della Repubblica italiana. La nascita del comitato italiano avvenne a Milano il 15 giugno 1864. In questa data si celebra quindi la fondazione della Croce Rossa Italiana. L’8 maggio invece festeggia la Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, in occasione della nascita di Henry Dunant che fu l’ideatore di questo sistema di soccorso.
Lo shock di Solferino
Il 22 agosto 1864, durante la Conferenza Internazionale di Ginevra, venne adottata una Convenzione che stabiliva la neutralità dei feriti di guerra. Questa novità permetteva ai volontari della Società di Soccorso di applicare le cure necessarie. Questa Convenzione non fu altro che l’applicazione di un’idea nata da Henry Dunant, un uomo di Ginevra che assistette in prima persona ad uno scenario di guerra.
Egli infatti, arrivato da Ginevra in Italia per un viaggio d’affari, si ritrovò nell’epicentro della guerra tra l’alleanza franco-sarda e l’esercito austriaco per l’indipendenza italiana e di preciso sul campo di battaglia di Solferino, a sud del Lago di Garda.
All’indomani della battaglia del 24 giugno 1859, a Solferino la situazione si presentava drammatica: oltre 40.000 soldati morti o feriti. Dunant non poté soccombere a tanta crudeltà e grazie all’aiuto degli abitanti del luogo, in particolare di donne, allestì un ospedale improvvisato nei pressi del Duomo di Castiglione delle Stiviere.
Di ritorno in patria, mise per iscritto tutto ciò a cui aveva assistito e vi allegò la proposta di creare un’organizzazione di volontari che potessero assistere i feriti di guerra. Il libro che racchiude le sue memorie si intitola “Un souvenir de Solferino” (Franco Angeli, 2009) ed è tuttora “la pietra miliare della nascita della Croce Rossa Internazionale, ne è il seme fecondo e l’anima profonda. […].Un drammatico appello all’umanità a favore della fratellanza, dei più deboli, dei feriti e dei morti che la società produce “volontariamente” con le proprie opzioni politiche”.
Da un’idea di Henry Dunant
A Henry Dunant viene riconosciuto il merito di una grande idea, che trovò appoggio nella Conferenza di Ginevra del 1864 e per la quale venne insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1901. L’intera somma ricevuta andò in beneficienza. Per approfondire la sua vita vi sono numerose opere in letteratura, perché come afferma il biografo Gerad A. Jäger: “Il suo nome è stato apposto a vie e piazze di mezzo mondo, ma in realtà sappiamo ben poco della sua vita”.
Lo stesso Jäger è autore con Jean-François Mattéi di “Henry Dunant – L’homme qui inventa le droit humanitaire” (Archipel.Archip) in lingua francese. Un libro in italiano è quello di Franco Giampiccoli “Henry Dunant. Il fondatore della Croce Rossa” (Claudiana, 2009).
I valori della Croce Rossa Internazionale
I principi fondamentali alla base della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono: umanità, imparzialità, neutralità , indipendenza, volontariato, unità e universalità. L’organizzazione infatti si basa sul voler alleviare le sofferenze umane, facendo sì che durante le occasioni di guerra i medici, gli infermieri e le ambulanze e tutti i mezzi di soccorso vengano considerati neutrali e quindi non attaccati. Tali principi sono stati adottati a partire dal 1965 nella ventesima Conferenza Internazionale della Croce Rossa svoltasi a Vienna.
Si possono trovare, ampiamente spiegati, nel libro “Croce Rossa Italiana” (Redazioni Edizione Simone), utile anche per il corso base per diventare volontario della CRI. È un libro che si concentra sul dato normativo perché “il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo durante i conflitti armati rappresenta un problema tristemente attuale, dal momento che se dal punto di vista teorico tale forma di garanzia trova unanime consenso presso la Comunità Internazionale, dal punto di vista concreto vi sono ancora gravi e reiterate violazioni degli Stati belligeranti e non.”
Il ruolo della donna
L’opera di soccorso trovò una valida risorsa nella donne, le quali già dalla drammatica situazione del mantovano post battaglia di Solferino si presero cura dei feriti. Dunant conosceva bene l’opera di Florence Nightingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna e quindi credette moltissimo nelle capacità della donna in questo campo. Divenne celebre infatti la figura della crocerossina.
Un omaggio a tale figura è stato fatto da Vittorio Lo Jacono che con il suo libro “Crocerossine in Sicilia. Breve ricerca storica” (Spazio Cultura, 2019) ripercorre la vita di queste donne vestite di bianco che come creature angeliche, forti e dolci, si sono prese cura dei malati e feriti e si sono messe al servizio degli altri, in condizioni molto difficili, divenendo un grandissimo esempio. Nessuno aveva mai approfondito così bene questa figura, soprattutto di quelle crocerossine che operarono in Sicilia.
Anche il libro di Stefania Bartoloni “Donne nella Croce Rossa italiana tra guerre e impegno” (Marsilio, 2006) è un omaggio ad un’altra figura femminile della Croce Rossa cioè quella delle infermiere volontarie. Già presenti ancor prima delle crocerossine, le infermiere volontarie si occuparono del reperimento di fondi, di materiale e di nuove adesioni. Nel 1955 crearono un’autonoma componente che prese il nome di “Comitato nazionale femminile”.
La Croce Rossa italiana dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale
La Croce Rossa Italiana nacque il 15 giugno 1864, a Milano. Già durante il Risorgimento ebbe un ruolo importante, come dimostra il libro di Matteo Cannonero “Un’idea senza fine. Così nacque la Croce Rossa: il Risorgimento italiano e oggi” (Joker, 2014). Quest’opera ripercorre la storia della Croce Rossa, giunta a 150 anni nel 2014, attraverso le figure più significative. Oltre a quella di Henry Dunant, si parla infatti di Ferdinando Palasciano, medico che prestò servizio nell’esercito borbonico e che annunciò per primo il principio di Neutralità. Inoltre contiene un’intervista a Massimo Barra, italiano ai vertici internazionali dell’organizzazione.
Durante la Grande Guerra, la Croce Rossa ebbe un ruolo sia militare che civile come testimonia l’opera di Bortoletto e Silvano “Croce Rossa Italiana e welfare dal 1914 al 1927. Esperienze di interventismo umanitario”( ETS, 2018). Fu impegnata in trincea ma anche nelle retrovie per fornire assistenza umanitaria.
Spesso i membri della Croce Rossa furono personalità influenti del panorama culturale e scientifico tra cui il Nobel Camillo Golgi. Inconsapevolmente, con il loro atto d’amore e d’aiuto aprirono una parentesi significativa nella storia dell’umanitarismo.
L’opera di Novello Marcello “Sotto un’unica bandiera. La Croce Rossa Italiana nella seconda guerra mondiale” (Marvia, 2010) descrive invece l’organizzazione durante la Seconda Guerra mondiale, attraverso uniformi del Corpo Militare e delle infermiere volontaria dal 1940 al 1943, nel regno del Sud e nella Repubblica Sociale italiana.
L’internazionalità della Croce Rossa
La Croce Rossa Italiana è solo una delle numerose organizzazioni nazionali che rientrano nel Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. La scelta della Mezzaluna è un omaggio alla cultura islamica.
Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono quindi parole internazionali, con sedi e volontari in tutto il mondo. È possibile rendersene conto leggendo alcuni libri come “Mosaico afghano. Vent’anni a Kabul” di Alberto Cairo (Einaudi, 2010). L’autore, stabilitosi in Afghanistan dal 1990, osserva la drammatica situazione di questo paese dai centri di riabilitazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa, in cui lavora. Con i suoi racconti mette in luce quanto strutture come questa possano essere un punto di riferimento per ogni etnia e ceto, diventando delle vere e proprie scuole di speranza nonostante tutte le difficoltà di un territorio instabile.