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Giovedì 27 giugno, per la rassegna “Politica e Attualità”, nella magnifica cornice di Piazza XX Settembre, Agostino Miozzo presenta il suo ultimo libro Proteggere le comunità. Prevenire e gestire le catastrofi. (Ecra) L’autore, per vent’anni dirigente del Servizio Nazionale della Protezione Civile, nonché membro del Comitato Tecnico Scientifico in occasione dell’emergenza Covid-19, conversa con Antonio Polito (editorialista de Il Corriere della Sera) e Francesco Acquaroli (Presidente della Regione Marche).

 

 

L’importanza della prevenzione

 

Complessivamente, il libro di Miozzo è sapientemente costruito a partire da un assunto fondamentale: nessuna catastrofe è imprevedibile. Viene dunque affermata con forza l’importanza della prevenzione e dello studio delle criticità di un territorio. Solo in questo modo, infatti, è possibile ridurre la vulnerabilità di una determinata area e delle persone che vi risiedono di fronte alla forza della natura. Chiaramente, per poter scongiurare gli effetti più distruttivi di un disastro climatico, è necessario conoscere le criticità di un territorio, sia in termini di rischio sismico o idrogeologico, sia in ambito edilizio. In questo processo di studio delle criticità di un’area, il più grande ostacolo da superare è rappresentato dai mancati investimenti stanziati per prevenire una potenziale catastrofe.

 

 

La gestione del territorio: una sfida culturale e politica

 

Il presidente Acquaroli, nel suo primo intervento, fa notare come la gestione del territorio, nonostante sia il vero punto focale del processo di prevenzione, sia spesso difficile da percepire. La programmazione e la pianificazione di interventi volti alla salvaguardia di un’area e delle persone che vi risiedono, infatti, spesso non fanno notizia. Dunque, secondo il Presidente, è necessario un vero e proprio cambiamento culturale, che sia incentivato non solo dal sistema educativo ma anche e soprattutto dalla politica. Solo in questo modo è possibile formare una futura cittadinanza che sia in grado di interpretare la vocazione di un territorio e di fare scelte efficaci in materia di prevenzione.

 

 

Il presidente Acquaroli sottolinea il valore della manutenzione

 

Acquaroli porta inoltre all’attenzione del pubblico l’importanza della manutenzione, ordinaria e straordinaria, troppo spesso trascurata nel nostro Paese. Ogni fattore di rischio deve essere manutenuto, a partire dall’alveo dei fiumi, superando quindi il “furore ideologico per cui i fiumi non vanno toccati”.

 

 

La sfida della resilienza: superare trascuratezza e immobilismo

 

Miozzo, in un secondo intervento, pone l’accento sulla rilevanza della resilienza: un processo che deriva da un’acquisizione culturale dei fattori di rischio a cui si è sottoposti. Si può diventare resilienti solo imparando a convivere con l’eventualità della catastrofe. L’autore cerca poi di far comprendere al pubblico come il vero problema da affrontare sia vivere con la devastante eredità di decenni di trascuratezza, distrazione ed immobilismo. Di conseguenza, oggi, diventa quanto mai importante imparare ad investire nella prevenzione ed a dare visibilità a questo processo. Di certo, da questo punto di vista, i media non sono di aiuto, in quanto prediligono sempre più spesso una comunicazione e una retorica permeata di pathos.

 

 

Un problema di natura culturale

 

Il presidente Acquaroli torna poi nuovamente a mettere in luce l’importanza dello sviluppo di una cultura e di una coscienza politica nell’ambito della prevenzione. Mancando questi fondamentali presupposti, si rischia sempre di arrivare in ritardo e di agire in stato di emergenza, con uno sforzo umano ed economico notevolmente maggiore. Il problema da affrontare è di tipo culturale; gli strumenti e i soggetti istituzionali atti alla programmazione della gestione del territorio non mancano.

 

 

La crisi più emotivamente complicata per Miozzo

 

Infine, in virtù della grande esperienza di Agostino Miozzo nell’ambito del “crisis management“, Acquaroli rivolge all’autore un’ultima domanda, personale, a proposito del contesto di crisi che più lo ha emotivamente colpito nella sua carriera. La scelta di Miozzo ricade sulle prime settimane dell’emergenza da Covid-19, durante le quali, in qualità di coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, ha dovuto affrontare in prima linea una crisi capace di mettere in ginocchio l’intera società. Nonostante le sue numerose esperienze, persino in contesti bellici come quello di Sarajevo o di Mogadiscio, niente ha colpito l’autore più delle prime settimane della recente pandemia.

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