Francesco Costa Passaggi Festival

 

Al Pincio di Fano, nella seconda giornata della XII edizione di Passaggi Festival per la rassegna “Fuori Passaggi Music & Social”, c’è Francesco Costa, importante giornalista conosciuto per il suo podcast “Morning“. L’autore presenta il suo nuovo libro “Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano”, edito da Mondadori, e conversa con Gianmario Pilo, consulente editoriale.

 

 

Trump vs Biden: un confronto serrato

Costa, appena salito sul palco, comunica al pubblico che la notte tra il 27 e il 28 giugno sarà fondamentale per le prossime elezioni statunitensi. Infatti, si terrà il primo confronto politico diretto tra i due candidati aspiranti alla presidenza del Paese, il democratico uscente Biden e il repubblicano Trump. Attualmente, dai sondaggi Trump appare in vantaggio su Biden, ma allo stesso tempo il vantaggio del primo sta diminuendo a seguito delle vicende giudiziarie che lo vedono protagonista. Dall’altra parte, per Biden il dibattito, che verrà trasmesso in diretta tv, rappresenta un’occasione per dare una prova della sua resistenza e adeguatezza fisica, ultimamente messa in dubbio da molti; è un presidente che ha fatto molto per il Paese, ma è stato spesso accusato di essere inappropriato. Per la prima volta, durante il confronto, mentre parla un candidato, il microfono dell’avversario verrà tenuto spento, per garantire ad ognuno la possibilità di esprimersi senza interruzioni.

 

 

Una sfida difficile

Il sistema americano è particolare: non c’è un comitato o un organo all’interno dei partiti che ha il compito di scegliere i candidati alla presidenza; chi vuole candidarsi si candida. Nel fronte repubblicano, gli estimatori di Trump rappresentano più o meno il 35% dell’intero Paese, mentre gli altri sono conservatori. La rielezione di Trump potrebbe rappresentare un caso particolare: potrebbe vincere le elezioni, con estrema facilità, dopo essere già stato presidente.
Sul fronte democratico, invece, Biden chiede di essere giudicato per quello che ha fatto (per esempio per quanto riguarda l’economia, la NATO e le nuove leggi), anche se non tutti sono d’accordo con la sua visione. Biden è il più anziano Presidente nella storia degli Stati Uniti; la sua età rappresenta un elemento che non gli permette di presentarsi come candidato ideale. Egli, infatti, tende a paralizzarsi nei modi, con il rischio serio di ritrovarsi senza un’identità.

 

 

Il ruolo del vicepresidente

Gianmario Pilo chiede a Francesco Costa “che fine abbia fatto Kamala Harris”. La figura del vicepresidente negli Stati Uniti occupa una posizione particolare. I vicepresidenti non hanno autonomia politica, non possono prendere le distanze dal Presidente. Essi “parlano esclusivamente in privato” e la differenza tra il parlare in privato e il parlare davanti all’intero Stato in America è evidente ancora più che in Europa.
Per quanto riguarda i Presidenti, invece, si potrebbe creare un filo diretto tra Obama, Trump e Biden, nel tentativo di raccontare le ultime fasi di evoluzione degli Stati Uniti. Il Presidente degli Stati Uniti ha un ruolo fondamentale nella storia del Paese e gli ultimi tre hanno avuto un’influenza anche nelle relazioni con le tecnologie, che a loro volta hanno creato e distrutto professioni.

 

 

Gli Stati Uniti a confronto: una potenza non in declino

Gli americani sono diversi dagli europei. Per certi aspetti presentano tratti e soluzioni simili, come per il tema dell’immigrazione, per altri sono, invece, molto differenti, ad esempio per quanto riguarda questioni di denaro, famiglia e casa. La diversità si può cogliere principalmente nella cultura. Ne consegue che trasportare nel dibattito europeo alcuni tratti del dibattito culturale e politico statunitense non è funzionale.
Negli ultimi anni, all’apparenza gli Stati Uniti si presentano come una potenza in declino, anche alla luce della crisi della democrazia americana, ma nella realtà essi non si trovano affatto in questa condizione. Per comprendere la reale situazione americana, è necessario guardare alla all’Asia, in particolare alla Cina. La distanza tra quest’ultima e gli Stati Uniti, tutta a favore degli States, è sicuramente influenzata dalla pandemia e da come le due potenze mondiali si sono riprese da questa. Per resistere alla crisi pandemica, infatti, in America sono stati spesi ben 7 miliardi di dollari per mantenere attiva e riorientare l’economia, evitando il baratro. Mentre l’economia americana è riuscita a resistere grazie a questo intervento, la Cina ha subito un’enorme battuta d’arresto. Sono i mass media che raccontano un storia diversa.

 

 

Il carattere americano e la contraddizione dell’ingenuità

Le popolazioni europee e statunitensi sono di gran lunga cresciute negli ultimi venti anni e presentano tra loro numerose differenze. Tra queste una riguarda la reazione di fronte ai problemi e alle catastrofi: negli Stati Uniti si prova a far di tutto per salvarsi, mentre in Italia e in Europa è molto più facile arrendersi di fronte alle difficoltà, si cercano alibi pur di continuare a dire di stare male. Questo atteggiamento europeo è stato importato anche in America, ma il carattere americano è molto differente rispetto a quello europeo, pur possedendo anch’esso le sue contraddizioni.

“Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano” non è incentrato sulla campagna elettorale, né sulla politica. L’ultimo saggio di Francesco Costa cerca di dare una risposta ad alcune domande: come si diventa americani?, come si guarda il mondo dalla loro prospettiva?
Dalle storie che hanno come protagonisti cittadini americani emerge che la loro contraddizione consiste nell’ingenuità, che è però da intendere anche come ingegnosità, come eroismo, come capacità di risolvere i problemi.

Francesco Costa conclude l’incontro con un commento finale sulle prossime elezioni e sui candidati:

“Chi tra Biden e Trump è disperato? Difficile rispondere, troppe cose non si sanno. L’inflazione diminuisce o aumenta? Non si può sapere. Entrambi si troveranno ad affrontare tanti problemi, non c’è un candidato ideale al momento”.

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