100° anniversario nascita Pasolini, Passaggi Festival 2022

Maria Flora Giammarioli, attrice teatrale fanese, legge “Da qualche parte Pierpaolo”, la lettera che Oriana Fallaci scrisse subito dopo la morte del culturalmente versatile personaggio, dedicandola a lui stesso. L’evento di Passaggi Festival, in occasione della rassegna “Teatro Passaggi”, è stato organizzato in collaborazione con l’attore Pietro Conversano e con la regia del pluripremiato Leandro Castellani.

Lo scenario e la storia

La Chiesa di San Francesco, a fianco delle tombe malatestiane, è un monumento alla storia italiana. Costruita nel XIII secolo d.C. e ristrutturata innumerevoli volte, porta addosso i segni di più di 700 anni di storia tra incendi, terremoti e piani regolatori d’epoca fascista che rischiarono di mutarne per sempre la forma, la funzione, la bellezza. Nel 1930, in seguito ad un terremoto, il tetto fu demolito per ragioni di sicurezza. Oggi la troviamo ancora al suo posto, più maestosa che mai, a fare da scenario, sotto le stelle, nel mezzo della città, all’evento che celebra i 100 anni dalla nascita di Pierpaolo Pasolini. Riflettori illuminano i colonnati creando un gioco di luci ed ombre, più di 200 persone chiacchierano in tranquillità riempiendo di vita l’aria serale. D’un tratto i riflettori si spengono, all’unisono tacciono le voci.

“Io ero innamorata della vita, Pasolini della morte”

Si accende un riflettore sul palco, il volto di Pasolini viene proiettato sulla parete della Chiesa. Maria Flora Giammarioli si immedesima in un’Oriana Fallaci profondamente addolorata dalla morte del caro Pierpaolo. “Io (Oriana) ero innamorata della vita, Pasolini della morte. Aveva una voce ed un comportamento femminei che si nascondevano dietro un’apparenza tagliente, mascolina. Alcune volte pensavo d’essere innamorata di una donna tant’erano aggraziate le sue parole e le sue movenze”. Quando Pierpaolo lasciò New York era deluso, era confusamente triste, era come “Un bambino cui viene regalata una torta che poi gli viene sottratta all’ultimo momento” recita Giammarioli, cercava la morte ma aveva trovato solo altra vita.

“Più profondo è il peccato, più è profonda la salvezza”

Pasolini era generoso, di denaro, d’amore, d’amicizia. Forse anche della sua stessa vita. Trattava le persone come un padre che avesse creato i suoi figli dal suo ventre e non dal suo seme. Così parlava loro, con gentilezza. Nessuno poteva svelare la verità come lui. Le parole di Pasolini su Gesù erano parole piene d’amore e di fede che tuttavia uscivano dalla bocca di un uomo che credeva di non credere, alla vita prima di tutto. Oriana provava un odio irrefrenabile verso un uomo che, partendo con un’automobile, avrebbe potuto rischiare d’essere ucciso da dei criminali durante la notte (“Ti farai tagliare la gola, Pierpaolo!”, gli diceva con profonda preoccupazione). Tuttavia quest’odio verso un uomo che sembrava disprezzare la vita non era altro che amore, profonda ammirazione verso una persona coraggiosa, che non aveva paura di guardare la morte in faccia ogni giorno. Una persona che non poteva essere incatenata da niente e da nessuno se non da sé stesso.

“Più profondo è il peccato, più è profonda la salvezza” .

Le ultime parole di Oriana

Alla notizia della morte la luce, Pasolini, si spense. Coloro che lo trovarono, ad Ostia, dissero che non sembrava un cadavere ma un cumulo di immondizia, un ammasso informe che poi assunse le sembianze di un uomo. Giammarioli non crede alle parole di un passante che ne annuncia la scomparsa, Oriana non crede alle parole del giornalista in televisione. Era successo davvero, alla fine. Quelle ultime parole risuonano ancora, profondamente flebili, cariche di una consapevole incredulità, nella Chiesa di San Francesco “Ma è uno scherzo?”. Il pubblico, che nel frattempo è arrivato fino in strada, sin dalla strada applaude incessante.

CONDIVIDI!