rappresentazione della luna copertina

Rappresentazione della luna
di Luca Nicoletti, Puntoacapo

Rimarrà così,
un luogo quasi vicino,
un ricordo che prova a tornare
con passo da tartaruga
nella frammentazione infinita
di una distanza incolmabile.

La luna, la notte, la terra che si muove «a un secondo di luce», un «groviglio di storie»: è questo lo scenario, sospeso e immoto, concentrato e meditativo, in cui va a delinearsi il nuovo libro di Luca Nicoletti. Un libro che sembra emergere dalle colline e dal mare cari da sempre all’autore: il paese nascosto, per richiamare la sua raccolta precedente, che è anche un paese dell’anima, un luogo ancestrale di affetti e di presenze che qui risulta come sotteso, quasi una sorta di palinsesto nel quale l’antico e il nuovo si saldano nella voce del poeta che evoca, chiama, sogna, ragiona. Nella doppia prospettiva della raccolta, terrestre e celeste, può allora succedere che dietro queste parole rilucano altre parole, verità che si fanno sentire nella loro fragile sostanza, che è insieme naturale e morale, filosofica e poetica: una schopenhaueriana rappresentazione, sovrastata da una luna leopardiana, sul confine tra realtà, illusione, pensiero, tentazione dell’idillio, umano ragionare intorno alle sorti dell’uomo. Perché questo è il compito che il poeta si è assegnato: trasferire i segni del visibile nella dimensione dell’invisibile, tradurre la sostanza materica di un paesaggio negli umani moti del cuore. Quasi una metafisica leggera, un riversarsi del lontano nella limpidezza di uno spazio interiore, in cui tutto si raccoglie e acquista un senso. (Giancarlo Pontiggia)

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