“Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere.”
Pirandello scrisse questa frase per indicare quanto la realtà spesso superi la fantasia. Ed è proprio così se si pensa che vi è un libro, pubblicato nel 2012, che sembra preannunciare l’emergenza pandemia che stiamo affrontando in questi giorni a causa del Sars-CoV-2.
Letto tempo fa poteva sembrare un libro assurdo ed apocalittico, ma ora descrive una situazione a noi purtroppo familiare. L’opera in questione si intitola “Spillover” (Adelphi Edizioni) ed è stata scritta dal giornalista e divulgatore scientifico David Quammen, residente in Ohio. Un libro che sicuramente può farci compagnia in questo periodo di quarantena, in cui restare a casa è un obbligo civile e morale.
La previsione della pandemia
Nel libro si legge: “Non c’è alcun motivo di credere che l’AIDS rimarrà l’unico disastro globale della nostra epoca causato da uno strano microbo saltato fuori da un animale. Qualche Cassandra bene informata parla addirittura del Next Big One, il prossimo grande evento, come di un fatto inevitabile. Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale? Farà trenta, quaranta milioni di vittime? L’ipotesi è ormai così radicata che potremmo dedicarle una sigla, NBO. La differenza tra HIV-1 e NBO potrebbe essere, per esempio, la velocità di azione: NBO potrebbe essere tanto veloce a uccidere quanto l’altro è relativamente lento. Gran parte dei virus nuovi lavorano alla svelta…”
Questo è ciò che David Quammen ha scritto otto anni fa. Ed è andata proprio così: nel mercato alimentare di Wuhan un nuovo virus denominato poi Sars-CoV-2, ha iniziato la sua inesorabile diffusione e ha costretto l’OMS a dichiarare lo stato di pandemia.
Lo Spillover
Spillover è un termine che indica il rapido espandersi di un evento negativo. In questo caso, si riferisce alla rapida diffusione di un virus patogeno quando effettua il salto di specie, cioè passa dall’animale serbatoio all’uomo. Ciò crea una zoonosi, cioè una malattia infettiva che si trasmette da animale a uomo. Si è cercato di individuare l’animale dalla quale si è innescata l’attuale pandemia, ipotizzando serpenti o pipistrelli.
Da sempre infatti quest’ultimi sono “ospiti serbatoio” di numerosi virus e non è ancora del tutto chiaro il perché. Fatto sta che il pipistrello è anche la copertina di “Spillover”. Così da un animale selvatico il virus è arrivato all’uomo e come dice Quammen: “
Quando un virus effettua uno spillover, un salto di specie da un portatore animale non-umano agli esseri umani, e si adatta alla trasmissione uomo-uomo, beh, quel virus ha vinto la lotteria: ora ha una popolazione di 7.7 miliardi di individui che vivono in alte densità demografiche, viaggiando in lungo e in largo, attraverso cui può diffondersi.”
Profezia o dati scientifici?
L’autore ha dichiarato di non essere un profeta, ma di aver costruito il suo racconto tramite la rielaborazione di opinioni di esperti e scienziati. Ha infatti seguito il lavoro dei cosiddetti “cacciatori di virus” che si sono recati nelle foreste congolesi, nelle fattorie australiane, nei mercati cinesi che sono luoghi pieni di nuovi virus. Inoltre ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti a precedenti epidemie: Ebola nel 1976, Hiv-1 nel 1981, Sars nel 2003, influenza suina nel 2009.
Da qui l’autore è riuscito a farsi un’idea sulle future epidemie e a prevedere nel 2012 un evento che sta accadendo nel 2020.
C’è un tono amaro in tutto ciò: se lui da solo, ascoltando scienziati ed esperti, è riuscito a prevedere lo scoppiare di una nuova pandemia, perché gli esperti non hanno fatto lo stesso? Perché hanno ignorato una tale minaccia, giungendo del tutto impreparati all’emergenza attuale e non facendo nulla per prevenirla?
Sulla stessa barca
“Siamo davvero una specie animale, legata in modo indissolubile alle altre, nelle nostre origini, nella nostra evoluzione, in salute e in malattia”. E ancora: “Le persone e i gorilla, i cavalli e i cefalofi e i maiali, le scimmie e gli scimpanzé e i pipistrelli e i virus. Siamo tutti sulla stessa barca”.
È questo il presupposto su cui si fonda il libro: la profonda convinzione che siamo parte integrante del tutto e non dei sovrani di questo pianeta. Il nostro agire come dominatori, andando a distruggere gli ecosistemi degli altri abitanti di questo pianeta, realizza quanto affermato dall’ecologo Jon Epstein, riferendosi ai patogeni: “Non sono loro a cercarci, semmai siamo noi a cercare loro”.
I virus sono nati con l’origine della vita, ma la forza è quando riescono ad infettare l’uomo. Come scrive il giornalista Sandro Modeo:
“è vero che in certi casi l’innesco è imprevedibile; ma in molti altri tutto dipende da noi, a partire da quelle alterazioni ecologiche (urbanizzazioni, deforestazioni, e così via) che sottraggono ai chirotteri i loro nutrimenti abituali (zecche e zanzare), attirandoli verso le metropoli e facendo spostare i loro siti iperaffollati in scantinati urbani e fabbriche dismesse.”
Questo lascia molto riflettere su quale sia il nostro contributo, non proprio innocenti vittime ma in parte responsabili di quello che stiamo vivendo.
Consigli e opinioni dell’autore sulla gestione della pandemia
Il 15 marzo 2020, David Quammen è stato intervistato in videochiamata da Fabio Fazio. Gli è stato chiesto un parere sulla gestione dell’emergenza in Italia. L’autore, amante dell’Italia e desideroso di tornarci al più presto ha dichiarato:
“La mia ipotesi è che la chiusura di per sé, che sia utile o meno, non sarà sufficiente. È accompagnata da uno sforzo urgente che mira a tracciare i contagi e i loro contatti, isolare i casi in situazioni ospedaliere dedicate, incoraggiare la quarantena domiciliare di tutti i contatti dei casi sospetti, acquisire e produrre tutte le risorse per proteggere gli operatori sanitari che vengono a contatto coi contagiati, e applicare queste misure di supporto anche in altre parti d’Italia? Se sì, allora forse il Paese si salverà dal disastro e darà al mondo un esempio di grande valore. Io di certo lo spero”.
David Quammen ha inoltre criticato il suo paese, l’America, che non è capace di gestire una crisi di questa portata. Dovrebbe aiutare l’Italia, come sta facendo la Cina, magari può inviare presidi medici, perché “Noi ne abbiamo bisogno negli USA ma dovremmo ricordare che siamo parte di una comunità globale e questo problema non può essere risolto Paese per Paese”.
L’importanza delle istituzioni
Gestire una situazione come questa, richiede una solidità nelle istituzioni e delle decisioni di carattere.
“Le istituzioni e i governi dovrebbero fidarsi dei loro scienziati – specialmente dei loro migliori epidemiologi – e dei loro esperti di sanità pubblica di lungo corso, in modo da parlare onestamente alle persone. Non devono mettere il bavaglio, zittire o riformulare ciò che dicono quegli esperti per timori che riguardano l’andamento del mercato azionario o le loro possibilità di essere rieletti.”
In questo momento, visto l’assenza di un vaccino che è la miglior arma per sconfiggere i virus, è necessario limitare la diffusione. Ciò che possiamo fare è affidarci a tutto ciò che ci dicono le istituzioni, rispettare le regole che ci sono state imposte e quindi restare a casa.
Inoltre dobbiamo difenderci dalle notizie false, che inevitabilmente si creano in queste situazioni. Fiducia, buon senso, collaborazione e rispetto delle regole possono fare luce su questa parentesi oscura. Come dice il Premier Conte: “Rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci con più calore, per correre più veloce domani. Tutti insieme ce la faremo”.
“Come finirà?”
Fabio Fazio ha approfittato per chiedere a Quammen come finirà tutta questa vicenda, visto che sembra conoscerla ancora prima del suo sviluppo. L’autore non ha una risposta certa. Ha raccomandato di avere pazienza, perché potrebbe volerci del tempo. Però, come ha spesso dichiarato:
“Quando hai finito di preoccuparti di questa epidemia, preoccupati della prossima”.
L’autore si dice infatti molto sorpreso, vista la nostra condotta nei confronti dell’ambiente, che siano state così poche le pandemie causate da virus di provenienza animale. Tutto dipende dai nostri comportamenti: “
Più distruggiamo gli ecosistemi, più smuoviamo i virus dai loro ospiti naturali e ci offriamo come un ospite alternativo. Siamo troppi, 7,7 miliardi di persone, e consumiamo risorse in modo troppo affamato, a volte troppo avido, il che ci rende una specie di buco nero al centro della galassia: tutto è attirato verso di noi. Compresi i virus. Una soluzione? Dobbiamo ridurre velocemente il grado delle nostre alterazioni dell’ambiente, e ridimensionare gradualmente la dimensione della nostra popolazione e la nostra domanda di risorse”.
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