L’Unione Europea ha permesso la creazione di un equilibrio tra più nazioni, in forte antitesi con i precedenti conflitti mondiali. Questo equilibrio è stato accompagnato da un clima di pace in diversi paesi, che dura tutt’ora. Non a caso il premio Nobel per la pace nel 2012 è stato attribuito proprio all’Unione Europea. Solo in condizioni simili si possono diffondere idee e sviluppare confronti. Uno dei campi che più trae vigore da queste condizioni è quello scientifico. In particolare di una scienza che ci coinvolge tutti, perché ha al centro lo studio della salute dell’essere umano: la medicina.
Il complesso mondo della medicina
La medicina si occupa della cura delle varie malattie che colpiscono l’uomo, ma non ha solo un unico obiettivo. Infatti il suo impegno sorge ancor prima per prevenire lo sviluppo di determinate malattie e migliorare la salute dell’individuo. Si sforza quindi di individuare e limitare i fattori di rischio che correlano con determinate patologie e cerca di promuovere un corretto stile di vita. Inoltre la scienza medica porta avanti sperimentazioni e ricerche, per trovare soluzioni a molti problemi ancora in fieri o nati di recente, come l’antibiotico-resistenza o il calo delle vaccinazioni. E poi tutte le questioni etiche: aborto, ibernazione, clonazione. Quindi la medicina è un ambito molto complesso ed eterogeneo, che necessita di controllo ed organizzazione non solo a livello nazionale, ma anche europeo. L’Europa sostiene la sanità integrandosi con le politiche dei vari paesi membri e attraverso due organi competenti: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA). La prima si occupa di coordinare la risposta a nuove malattie emergenti, l’altra di valutare la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei farmaci. Questi enti garantiscono uno scambio di informazioni utili alla gestione di nuovi problemi, diagnosi di nuove malattie e terapie e una riserva di dati condivisi.
Articolo 168: integrazione tra UE e Paesi membri
La legislazione europea in materia di sanità è costituita dall’articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Tale articolo definisce la sanità pubblica una ‘competenza condivisa fra l’Unione europea (UE) e i paesi dell’UE’. Ogni paese è tenuto a definire i propri servizi sanitari nazionali e l’assistenza medica fornita, l’UE cerca di integrare le politiche nazionali attraverso la sua strategia sanitaria al fine di migliorarle. Gli obiettivi principali elencati dall’articolo in questione sono: prevenire le malattie, promuovendo stili di vita sani; facilitare l’accesso a un’assistenza sanitaria migliore e più sicura; contribuire a sistemi sanitari innovativi, efficienti e sostenibili; affrontare le minacce transfrontaliere; mantenere le persone sane per tutta la loro vita; sfruttare nuove tecnologie e pratiche.
L’importanza della comunicazione in medicina: l’esempio dei vaccini
Alcuni esempi concreti di come il clima di pace europeo abbia favorito il dialogo nella scienza medica è costituito dalle agenzie che si occupano di sfide comuni a tutta Europa. Una di queste sfide è senza dubbio la difesa contro le malattie infettive, che sono libere di viaggiare oltre i confini e causare vere e proprie pandemie.
Per questo nel 2005 è stato istituito L’ECDC, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie a Solna, in Svezia. Questa agenzia si occupa di tanti aspetti, tra i quali sorveglianza, microbiologia, relazioni internazionali, comunicazione sanitaria e del monitoraggio di ben 52 malattie trasmissibili. Sul sito dell’ECDC, cui si può accedere liberamente, possiamo trovare tantissime informazioni riguardo: infezioni associate all’ambiente sanitario , influenza e virus respiratori, HIV, tubercolosi, epatite virale, malattie legate ai cibi o acqua contaminati, zoonosi (malattie trasmesse dagli animali) e malattie prevenibili con vaccino.
Proprio la tematica delle vaccinazioni, è stata oggetto di discussione portando in alcuni Paesi ad un calo della copertura vaccinale e ad epidemie di morbillo. L’ECDC ha stimato che in Italia a causa della riduzione della copertura vaccinale al di sotto del 95% ci siano stati 851 casi di morbillo nel 2016 e 851 casi nel 2017.
Tra quest’ultimi del 2017 l’89% dei soggetti non era stato vaccinato e al 6% era stata somministrata solo la prima dose. Sono dati come questi che, rilevati e diffusi in tutta Europa dall’ECDC, permettono di capire certi errori e non ripeterli ma anche di valorizzare degli strumenti di riduzione della mortalità, quali il vaccino, messi a rischio da credenze che non hanno rilevanza scientifica.
Il controllo dei farmaci
L’Europa contribuisce grazie all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) allo sviluppo e all’accesso ai medicinali, valutando le domande di autorizzazione all’immissione in commercio con parametri scientifici.
Si tratta quindi di valutazioni trasparenti ed imparziali che consentono la sicurezza e la funzionalità di un elemento, il farmaco, alla base di qualsiasi terapia. I membri del consiglio di amministrazione non sono affiliati a nessun governo, organizzazione o settore ed agiscono nell’interesse pubblico.
Comprende ben sette comitati scientifici, cui partecipano migliaia di esperti in tutta Europa. Come si legge sul sito dell’EMA, “il programma di consulenza scientifica facilita la ricerca sui nuovi medicinali e favorisce lo sviluppo, traducendo i progressi della scienza medica in farmaci che giovano realmente alla salute dei pazienti. In particolare promuove lo sviluppo di medicinali per i bambini e farmaci per le malattie rare.”
Il rovescio della medaglia: scienza per la pace
Il clima di pace europeo è stato ed è tuttora un habitat naturale per i progressi scientifici. A sua volta però la scienza può contribuire alla pace. Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina era convinta che: “il solo rimedio ai mali che ci affliggono e ai pericoli che minacciano la pace, e la stessa sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, possa venire dalla capacità raziocinante dimostrata al massimo grado dallo straordinario successo del mondo scientifico.”
Una simbiosi del tutto particolare, quella tra pace e scienza, a cui lei stessa ha contribuito come membro del Comitato d’Onore del progetto “Science for Peace” ideato da Umberto Veronesi nel 2009. Il leitmotiv di questa iniziativa è “tutto quello che ha a che fare con la scienza e la conoscenza ha a che fare anche con la pace” e gli obiettivi sono di diffondere una cultura della pace soprattutto tra i giovani e di favorire gli investimenti nella ricerca scientifica.