Gianluca Conti Passaggi Festival

 

Presso la ex chiesa di San Francesco, Gianluca Conti presenta il suo primo libro, “Il maestro dell’eleganza“, edito da Baldini+Castoldi. Conversano con l’autore Nando Dalla Chiesa, sociologo, nonché Presidente del Comitato Scientifico di Passaggi Festival e Giorgia Latini, Vicepresidente della Commissione Cultura Scienza Istruzione della Camera dei Deputati.

L’ascesa nel mondo della moda

 

Nel libro viene narrata la storia di Torello Latini, imprenditore originario di Albacina che, grazie ad una passione per il mondo della moda, presente in lui fin da bambino, ha avviato una fiorente manifattura di abiti confezionati. La sua azienda, prima della guerra, è arrivata a vantare ben 80 dipendenti, rendendo Latini il secondo più grande imprenditore italiano nel suo settore. Ben presto, però, la sua affascinante ed entusiasmante storia personale, si è intrecciata con la drammaticità della guerra.

Diversi partner commerciali

 

Latini si è trovato a dover affrontare una situazione ambigua. L’imprenditore, infatti, ha sempre avuto tra i suoi partner commerciali influenti famiglie ebraiche, persino dopo la promulgazione delle leggi razziali. Tuttavia, al contempo, era in possesso di un monopolio per la fornitura di tessuti al Ministero della Guerra. Questa situazione si è dunque protratta per anni, fino all’Armistizio di Cassibile. Questo storico avvenimento, paradossalmente, rappresenta proprio l’inizio della fine per la fiorente azienda di Latini e, purtroppo, anche della sua vita.

La delazione e la prigionia

 

Torello Latini, dopo l’8 settembre, si è ritrovato senza il monopolio che gli aveva garantito entrate sicure. L’imprenditore, poco dopo, è stato denunciato agli occupanti tedeschi da una ragazza, con l’accusa di connivenza con i partigiani. Questa delazione, legata ai rapporti personali tra Torello e la giovane, ha segnato la definitiva condanna a morte per Latini. All’epoca, il carcere di riferimento usato dai nazisti per la zona in cui è stato catturato Torello era quello di Forlì, gestito dal braccio destro di Herbert Kappler. Il gerarca a cui è stata letteralmente consegnata la vita dell’imprenditore era tra i più crudeli, tra coloro i quali avevano perpetrato l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Torello Latini, per volontà del gerarca nazista, è stato impiccato nelle campagne di Cesena nel luglio del 1944, insieme a suo fratello Agapito.

La ricostruzione di una storia dimenticata

 

Per anni, questa travagliata storia è rimasta nell’ombra e persino gli stessi familiari di Latini non la conoscevano nei dettagli. Alla base del libro, dunque, c’è la forte volontà di ricostruire, in forma di romanzo, gli avvenimenti che hanno segnato la vita di un grande imprenditore, che, in relativamente poco tempo, è passato da una bottega di fabbro a costruirsi un proprio impero.

Torello Latini e Aristide Merloni: un legame suggestivo

Ripercorrendo la vita di Torello Latini, risulta particolarmente suggestivo il suo rapporto con Aristide Merloni, fondatore delle Industrie Merloni, che hanno reso Fabriano la capitale italiana della produzione di elettrodomestici. Lo stesso Latini, prima della guerra, aveva un giro di affari molto superiore rispetto a quello dei Merloni.

Latini come precursore del modello marchigiano

 

Latini può essere ritenuto un vero e proprio precursore del cosiddetto “modello marchigiano”, una forma di capitalismo familiare, che prevede cioè la gestione di grandi aziende, aventi la propria sede in piccoli paesi, da parte di un’unica famiglia. In questo senso, Torello Latini, insieme ai Merloni, ha posto le premesse affinché questo modello di imprenditoria si potesse sviluppare e fosse in grado di dare lavoro e stabilità a migliaia di marchigiani, come è poi effettivamente accaduto nel dopoguerra.

Torello Latini e la Resistenza

 

Nonostante le accuse di collaborazionismo con i partigiani siano state considerate false e non attendibili per anni, l’autore si è detto in possesso di documenti che, in realtà, suffragherebbero la loro effettiva veridicità. In questo senso, sottolinea Nando Dalla Chiesa, sarebbe necessaria un’imponente opera di approfondita ricerca storica che ricostruisca in maniera più puntuale e dettagliata le vicende in cui è stata coinvolta la Resistenza in territorio marchigiano.

CONDIVIDI!