Nel terzo e ultimo incontro della Rassegna di filosofia per bambini “Chiedersi perchè”, tenuto alla Mediateca Montanari, l’esperta Ippolita Bonci del Bene ha conversato con Paolina Baruchello, autrice di “La prova dei cinque petali” (Sinnos). Il suo secondo graphic novel, brillantemente illustrato da Andrea Rivola, narra la storia di Tian e Jin, due ragazzi che si troveranno a fare i conti con il proprio destino, nel suggestivo sfondo della Cina del 1600/1700.
Il movimento come chiave per comprendere se stessi
La lente che l’autrice ha usato per vedere la realtà, come ha affermato lei stessa, è sicuramente quella del Kung-Fu. Dalla sua esperienza di praticante fino a quella attuale di insegnante nasce il suo ultimo libro, che si ambienta proprio in tutti quelli che sono gli scenari ed i valori tipici di questa arte, o meglio, esperienza di vita, capace di far provare emozioni uniche. Infatti, attraverso il corpo e le sfide pratiche a cui si viene sottoposti, si arriva a comprendere meglio se stessi, la propria mente e il proprio spirito. Ecco da dove nasce la scelta del tema principale del libro: trovare la propria strada, in questo caso grazie al Kung-Fu.
Destino segnato o sogni senza limiti?
Nella lettura del libro ci troviamo di fronte ad una contrapposizione: da un lato vediamo un ragazzo, Tian, con un futuro già scritto, quello di diventare la guardia del re; dall’altro Jin, una semplice artista di strada. Ma il dilemma che li accumuna è lo stesso, ovvero quello di comprendere la loro vera passione e di riuscire a seguirla. In particolare il conflitto si riduce a tradizione contro innovazione: spesso le tradizioni hanno bisogno di evolversi, per adattarsi alle persone che, cambiando continuamente, necessitano di abbandonare modi di vivere che percepiscono ormai stretti. In questo contesto di circensi e guerrieri, l’insegnamento è che non ci sono età per capire se stessi e, soprattutto, non sempre bisogna farlo da soli. I personaggi sono protagonisti allo stesso modo, in quanto si aiutano a vicenda e senza uno non avrebbe modo di esistere l’altro.
Mettersi in gioco
La seconda parte dell’incontro si è poi trasformata in un laboratorio interattivo, in cui i bambini hanno dovuto pensare ad un animale qualsiasi, per poi disegnarlo. Gli sono stati forniti dei pennelli simili a quelli che in Cina vengono utilizzati per la calligrafia, secondo la tecnica del “scrivere idee”. Il compito era di disegnare senza regole di alcun tipo, seguendo solamente i propri gusti e desideri. Così Paolina Baruchello ha avvicinato i ragazzi ad argomenti profondi, in modo leggero e divertente.