Roby Facchinetti Passaggi Festival 2024

 

Roby Facchinetti è ospite, in Piazza XX Settembre, della quarta giornata della XII Edizione di Passaggi Festival, per la Rassegna “Libri in Piazza“. Il cantautore dei Pooh presenta il suo nuovo libro “Che spettacolo è la vita. La mia storia”, edito da Sperling & Kupfer, e conversa con Claudio Salvi, giornalista.

 

 

Un gruppo che ha segnato la storia della musica

 

Tra la filosofia e la musica, Roby Facchinetti è sicuramente uno dei personaggi più importanti della musica a livello non solo nazionale ma anche a livello mondiale. Un vero spettacolo è la vita di questa figura, conosciuta e assai amata, condivisa con uno dei gruppi musicali più apprezzati in Italia: i Pooh. Nella loro storia hanno vissuto anche alcuni momenti dolorosi ma ciò che conta è che è fortissimo il loro legame. A dimostrare questo sono gli oltre cinquanta anni di collaborazione ed i milioni di dischi venduti. Roby è compositore, pianista, tastierista e cantante.

 

 

“Nella vita è importante rispettare le regole”

 

Una delle prime cose che Roby ha imparato è che “nella vita ci sono delle regole da rispettare”. Ancora oggi si sente questa necessità di rispettare le regole, un valore da tenere assolutamente a cuore. Si deve cercare di entrare nella testa delle altre persone per comprendere i loro desideri e le loro richieste. Non bisogna partire dal presupposto di avere la verità già in mano ma è necessario ascoltare gli altri, a prescindere da tutto; si deve dare a tutti la possibilità di esprimersi, sia che dicano cose giuste e sensate sia che dicano invece cose sbagliate e falsità.

 

 

Voglia di raccontare se stessi e la propria vita

 

Questa lunga vita, con tante tastiere toccate, una collezione eccezionale di strumenti ed un grandissimo successo nei tour, comincia dalle umili origini. La sua infanzia è stata sicuramente interessante e ricca di momenti particolari. Fondamentale è la cultura straordinaria che si sono creati nel corso degli anni Roby e i suoi amici. Ci sono stati anche momenti non semplici da affrontare ma la musica è la migliore medicina per risolvere situazioni complesse. Roby ha voluto raccontare tutto della sua vita privata per la prima volta: ha narrato la fase dell’infanzia non solo alle persone del suo tempo ma anche ai giovani delle generazioni odierne. La sua esperienza miracolosa dei tour nazionali e mondiali è partita dalle vere emozioni. Roby conosce bene i suoi compagni di gruppo, sa come rispondere e spesso risponde anche per voce di altri, è qualcosa di spontaneo in lui. Le emozioni sono alla base dei capolavori suoi e dei Pooh.

Un’infanzia dal grande amore e dalle mille emozioni

 

Tornando alla straordinaria infanzia di Roby Facchinetti, è dal nonno materno che ha ereditato la passione per la musica, un nonno che non aveva conosciuto ma che aveva trasmesso l’amore per la musica alla madre. La scoperta della “prima arte”, che aveva in sé qualcosa speciale, che faceva sentire bene, è stata una vera svolta per Roby Facchinetti. Queste emozioni e questa musica sono la sua felicità. In lui è sempre presente la voglia di cantare e suonare. Una passione viva è sempre in cima ad ogni pensiero.

 

 

Riccione, l’inizio della carriera

 

Durante la sua gioventù, Roby ha avuto la possibilità di cantare e suonare con piccoli gruppi. In particolare ha mostrato tanto affetto per Riccione, la città che lo ha accolto nei primi anni Sessanta. Tutto è iniziato al locale “La Stalla” della città romagnola, un locale che riscuoteva molto successo in quegli anni. Da lì si spostò poi a suonare nelle grandi città, come Trieste, Genova e Milano. In questo modo cominciò ad apprendere il mestiere di musicista e cantante e si unì al gruppo. Sempre a Riccione aveva conosciuto, tramite dei ragazzi inglesi, i Beatles e altri autori di quei tempi. Roby ripensa spesso a quell’albergo ed in generale alla città di Riccione, luoghi davvero cari a lui.

La spiritualità dei giapponesi

 

Nel 1966 entra finalmente nel gruppo dei Pooh. Era, sin dall’inizio, essenziale per il gruppo avere con sè un poeta, perchè i Pooh dovevano essere cantautori, dovevano avere un proprio marchio, un proprio segno di originalità che li contraddistingueva dagli altri complessi e dalle altre band. Dovevano lavorare con la volontà di far comprendere agli altri quale fosse il loro modo di fare musica. I tour svolti a New York, Londra e in altre grandi città sono stati importanti per la musica italiana che così poteva essere conosciuta anche all’estero. I Pooh infatti furono conosciuti a livello internazionale e soprattutto i giapponesi li apprezzavano tanto e  cantavano a squarciagola per tutta la durata dei loro concerti, esprimendo le loro emozioni. Gli abitanti del Giappone sono molto spirituali: ad esempio mettono i campanelli sulla finestra perché in primavera possano suonare. I giapponesi possiedono una bellissima spiritualità e un modo di trasmettere emozioni particolare, fattori che hanno molto interessatto Facchinetti.

I Pooh, una vera e propria famiglia

 

Dietro al successo dei Pooh tutte le persone hanno avuto un ruolo importante, non solo il cantante ed i musicisti. Anche coloro che stanno dietro le quinte hanno una funzione importante, a volte anche determinante. I Pooh, per Roby, sono “come una famiglia“. Nella loro storia, oltre ai momenti di gioia, ci sono stati anche alcuni rimpianti, come il fatto di non aver partecipato all’Eurovision, dopo la vittoria a Sanremo. I Pooh in realtà non erano convinti di poter trionfare al festival della canzone italiana ma volevano solo portare qualcosa di speciale. Toto Cutugno, arrivato secondo, li ringraziò, perché poi vinse addirittura l’Eurovision. Caratteristica imprescindibile dei Pooh è che non hanno mai perso la passione per il proprio lavoro, nemmeno nei momenti di difficoltà.

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